Dotato di un’intelligenza fuori dal comune, è considerato l’architetto emblematico del modernismo, termine che definisce un insieme di stili architettonici, sorti in Europa intorno agli inizi del Novecento. Antoni Gaudí y Cornet, figlio di un artigiano, nasce a Reus nel 1852. Cresce in una Spagna monarchica che si prepara alla prima repubblica. Un Paese che perde le proprie colonie e che attraversa una grave crisi economica. Nel 1878 Gaudí ottiene il titolo di architetto e a Barcellona, nello stesso anno, conosce l’industriale Eusebi Güell: sarà lui il suo principale cliente e mecenate negli anni a venire. Da quel momento Barcellona diviene la sua città, il luogo, come diceva lui stesso: “dove aggiungere i segni della propria generazione a quelli del passato”. Una delle prime commissioni ricevute da Gaudí è un progetto urbanistico per abitazioni operaie. E dopo una prima fase di crescita è con la Casa Vicens che Gaudí ha modo di dimostrare le potenzialità che il colore può avere anche nell’architettura.

A partire dal 1900 crea per il suo mecenate Park Güell, il villaggio-giardino. Qui si esprime forse con la sua opera più imponente. Gaudí ritiene la natura un’architettura divina, per questo motivo la sua ambizione è quella di costruire opere che pongano in comunicazione Dio e gli uomini. Aspirazione questa, che gli è valsa il soprannome di Architetto di Dio. Tutti i suoi edifici sono caratterizzati da uno slancio mistico verso il cielo, di derivazione gotica. La sua opera più famosa, rimasta incompiuta, è la cattedrale della Sagrada Familia, a Barcellona. La facciata della Natività è l’unica edificata sotto la sua direzione. Gaudí la disegna nel 1911, in preda a continue febbri. Delle altre facciate rimangono solo schizzi e disegni. Nel 1915 terminano i fondi per la costruzione della chiesa. Gaudí crede così fortemente nella sua opera, che arriva a chiedere l’elemosina. Per 42 anni, fino alla morte, lavora instancabilmente alla cattedrale, nella quale si era ricavato un angolino dove studiava e lavorava, giorno e notte. Il 7 giugno 1926 viene investito da un tram. Il suo aspetto dimesso fa credere ai soccorritori di trovarsi di fronte a un mendicante. Viene infatti trasportato al Santa Croce, ospizio eretto dalla borghesia catalana per gli indigenti. Il 10 giugno muore. È oggi seppellito a Barcellona, nel cuore della Sagrada Familia.

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