La gomma è un materiale solido dotato di proprietà elastiche e quindi facilmente deformabile. La gomma naturale è composta da cis-poliisoprene, un polimero che deriva dalla trasformazione delle cellule vegetali di alcune piante tropicali tra cui spicca l’Hevea brasiliensis. Nel 1736, lo scienziato francese Charles Marie de La Condamine invia alcuni campioni di gomma greggia, raccolti in Ecuador, all’Accademia delle scienze di Francia. Il materiale è ancora sconosciuto in Europa e La Condamine informa gli europei che la gomma, detta anche caucciù, è ottenuta dalla coagulazione e lavorazione del lattice che cola dalle incisioni che gli indigeni praticano sul tronco di una pianta chiamata Hevea. Nel 1770 lo scienziato inglese Joseph Priestley utilizza un cubo di caucciù per cancellare alcuni segni di matita su carta.

I cubetti di gomma stentano, però, a imporsi nell’uso quotidiano per il cattivo odore emanato e gli inconvenienti dovuti all’effetto che caldo, freddo e umidità causano all’elasticità del materiale. Allo scopo di migliorare qualità e resistenza della gomma naturale, nel 1839 l’inventore statunitense Charles Goodyear brevetta il processo di vulcanizzazione che consiste nel mescolare e successivamente scaldare gomma greggia e zolfo. La vulcanizzazione consente alla gomma impieghi sempre più massicci e apre la strada all'avvento degli pneumatici per automobili. Il brevetto è depositato nel 1888 dallo scozzese John Dunlop. La produzione su larga scala di automobili e pneumatici fa salire il prezzo della gomma naturale. I ricercatori cercano, allora, un metodo per sintetizzare in laboratorio il polimero che costituisce la gomma naturale: il cis-poliisoprene.

Nel 1909, il chimico tedesco Fritz Hofmann deposita il primo brevetto sulla sintesi dell'isoprene, base su cui si sviluppa la produzione industriale della gomma. Dagli anni '60 del Novecento la gomma naturale è in larga parte rimpiazzata da gomme sintetiche quali isoprene-butilene, stirene-butadiene, etilene-propilene e isobutilene, soppiantate poi negli anni '90 dal polivinilcloruro detto più comunemente PVC. Oggi oltre il 60% della gomma prodotta a livello mondiale è di origine sintetica. I vari composti sintetici finora realizzati in sostituzione del caucciù sono anche detti elastomeri, poiché presentano alcune ma non proprio tutte le caratteristiche chimiche e fisiche della gomma naturale. Gli elastomeri, per esempio, hanno un’elasticità minore rispetto alla gomma naturale ma si usurano meno e resistono di più alla lacerazione. È dunque possibile sintetizzare in laboratorio elastomeri specifici e più adatti della gomma naturale per la fabbricazione non solo di pneumatici, ma anche di cinghie, tubi, suole, vernici e adesivi. Tra i progetti più interessanti ma non ancora sperimentati c’è, ad esempio, quello di lavorare la gomma trasparente per consentire la penetrazione di luce diffusa senza ombre. Questo impiego si rivelerebbe valido tanto in architettura quanto nell’illuminazione di mezzi articolati e costituisce un esempio dell’enorme potenziale che la gomma sintetica può ancora esprimere.
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