14 maggio 1948. David Ben Gurion, leader del movimento sionista, proclama la nascita dello Stato di Israele in Palestina. All’indomani della prima guerra mondiale le potenze vincitrici si spartiscono i territori: l’amministrazione della Palestina passa dall’impero ottomano a quello britannico. Le basi della creazione dello stato di Israele vengono gettate nel 1917 dalla dichiarazione dal ministro degli esteri britannico Lord Balfour, che afferma l’intenzione di voler creare uno stato ebraico in Palestina. L’avversione araba alla creazione di uno stato ebraico è categorica. Inizialmente, anche per garantirsi l’accesso al canale di Suez, la Gran Bretagna cerca una mediazione coi Paesi arabi. In quegli stessi anni il movimento sionista, il cui intento è quello di creare una nazione ebraica in Palestina, si rafforza, dà vita a organismi di rappresentanza politica e militare e promuove l’immigrazione nella regione. La fuga dalle persecuzioni naziste intensifica l’immigrazione ebraica, che raggiunge un picco altissimo alla fine della seconda guerra mondiale. Nel 1945 la Palestina ospita 1.240.000 arabi e 560.000 ebrei. Le tensioni tra arabi ed ebrei si fanno sempre più aspre. La Gran Bretagna non riesce a riportare l’ordine e si rimette all’Onu. Nel 1947 l’Onu propone una risoluzione che prevede la creazione, sul territorio palestinese, di due stati indipendenti, uno arabo e uno ebraico. Il comitato arabo si oppone alla proposta dell’Onu, ma la risoluzione viene comunque votata, e passa con 33 voti a favore, 13 contrari e 10 astenuti. Il leader sionista Ben Gurion dichiara di essere pronto a insediare un governo provvisorio: la tensione tra le parti si traduce in durissimi atti di guerriglia.

Nel dicembre ’47 la Gran Bretagna annuncia la fine del proprio mandato sulla Palestina. Il 14 maggio 1948 nasce lo Stato d’Israele. Il giorno dopo la dichiarazione d’indipendenza, Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania invadono la neonata Israele: inizia la prima guerra arabo-israeliana. Nel corso della guerra Israele occupa anche una parte di Palestina che l’ONU aveva assegnato agli arabi. I Paesi arabi fanno resistenza ma vengono tutti sconfitti: più di 700 mila profughi palestinesi sono così costretti a lasciare le loro terre. La creazione dello Stato di Israele, e la guerra che ne segue, aprono una ferita non ancora rimarginata in Medio Oriente. Né le guerre che si succederanno né l’impegno diplomatico mondiale sono riusciti fino ad oggi a riportare la pace in quei territori.
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