Gennaio 1919: un emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, vieta la produzione e la vendita di alcol. Si inaugura l’era del proibizionismo. Superata la crisi provocata dalla Prima Guerra Mondiale, l’economia statunitense vive un momento di grande prosperità. La produzione industriale s’impenna determinando una crescente occupazione di operai specializzati e un conseguente aumento dei redditi della classe media. Automobili ed elettrodomestici entrano a far parte delle abitudini quotidiane degli statunitensi.

Nonostante l’incremento produttivo, in molti pagano i costi dello sviluppo tecnologico: strumenti di lavoro sempre più evoluti rimpiazzano gli operai comuni mentre il settore agricolo registra un forte calo. L’ondata di disoccupazione impone condizioni di vita miserabili ed emarginazione per una larga fascia di popolazione americana, cui si aggiungono gli immigrati ed i neri. L’abuso di alcolici che si diffonde nell’anello più debole della società americana, preoccupa la classe conservatrice.

La necessità di difendere i valori del rigore morale e dell’efficienza sociale scatena una campagna per la messa al bando delle bevande alcoliche. Il 29 gennaio 1920 entra in vigore il Diciottesimo Emendamento della Costituzione. Pochi mesi dopo, su proposta del senatore Volstead, viene emanato il Volstead Act. Una legge che dichiara nocive tutte le bevande che contengano più dello 0.5% di alcol per volume. Nonostante le leggi, gli americani continuano a consumare alcolici clandestinamente in bar detti speak-easy. Il commercio illecito di sostanze alcoliche diventa occasione di guadagno per la criminalità organizzata.

L’esperimento proibizionista, durato 14 anni, si rivela un insuccesso per il governo americano che è costretto ad eliminare i divieti. A beneficiarne sono invece le organizzazioni criminali che rafforzano la loro presenza nelle città. I loro traffici si allargano, oltre alla vendita illegale dell’alcol, al gioco d’azzardo, allo sfruttamento della prostituzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
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