A Roma, il 25 marzo 1957, si firma il trattato che istituisce la Comunità Economica Europea. È una tappa fondamentale nel processo di integrazione tra i Paesi europei, iniziato nell’immediato dopoguerra. Al termine della seconda guerra mondiale, l’Europa è impegnata in un difficile processo di ricostruzione. Devastata dal conflitto, ha ormai perduto l’antica supremazia nel panorama politico mondiale. Lo scenario internazionale è dominato da Stati Uniti e Unione Sovietica. L’Europa è divisa in due sfere d’influenza, che gravitano nell’orbita delle due superpotenze. L’Europa Orientale è sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, mentre l’Europa Occidentale è sotto quella degli Stati Uniti. Oltre a condizionare gli orientamenti politici, le due superpotenze dettano anche le direttive economiche. Il blocco dell’Est segue compatto la linea imposta da Mosca. I Paesi dell’Ovest, invece, attuano la ricostruzione in base al programma di sostegno economico lanciato nel 1947 dagli Stati Uniti: il Piano Marshall.

In questo contesto, in Europa Occidentale matura l’idea di creare una forma di integrazione tra i vari Stati nazionali. Gli obiettivi sono molteplici. La meta più ambiziosa è la coesione politica, ma l’esigenza più immediata è accelerare la ricostruzione e favorire lo sviluppo economico. Inizia quindi il percorso che sfocerà nella costituzione della CEE. Il nucleo dei Paesi che avviano il processo di integrazione è definito Europa dei sei . Comprende Italia, Francia, Germania Occidentale, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nel 1951, questi Paesi istituiscono la CECA, un organismo sovranazionale per coordinare la produzione del carbone e dell’acciaio. L’intento però è quello di estendere la cooperazione ad altri settori produttivi. Nel 1955, alla conferenza di Messina, i 6 Paesi pongono le basi per la costituzione dell’EURATOM, che regolamenta la produzione di energia atomica. Inoltre, avviano le trattative per creare un’area di libero scambio tra i Paesi membri, che sarà istituita nel 1957 con la nascita della CEE.

Il trattato istitutivo della CEE mira allo sviluppo di un mercato comune, regolato da istituzioni sovranazionali. Con la sua attuazione, sono abolite le barriere doganali tra gli Stati membri. È istituito un comune sistema di dazi per i commerci tra la CEE e il resto del mondo. La produzione agricola di tutti i Paesi membri è regolata dalle norme comunitarie. Nel 1967, la CEE, la CECA e l’EURATOM confluiscono in un unico organismo: la Comunità Europea. Il processo di integrazione economica fornirà i presupposti dell’integrazione politica e coinvolgerà tutti i Paesi che si uniranno al nucleo dei 6 Stati fondatori. Questo processo culmina nel 1999 con l’introduzione dell’Euro, la moneta unica europea.

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