Tra il 1914 e il 1918 l’intera Europa è sconvolta da un evento che segnerà per sempre il futuro del pianeta: la prima guerra mondiale. L’Europa è divisa in due blocchi. La Triplice Alleanza; un accordo puramente difensivo tra Austria-Ungheria, Germania e Italia stipulato nel 1882. E la Triplice Intesa, formata da Gran Bretagna, Francia e Russia. L’Intesa nasce con l’intenzione di fare fronte comune contro l’espansionismo austro-tedesco in Marocco e nei paesi balcanici. E proprio a Sarajevo, il 28 giugno del 1914, vengono uccisi l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie. La mano è quella di Gavrilo Princip, uno studente nazionalista facente parte della “Mlada Bosna”: organizzazione a favore dell’annessione della Bosnia alla Serbia.

Utilizzando l’attentato come pretesto, l’Austria, il 28 luglio del 1914, attacca la Serbia. La Russia, garante dell’indipendenza serba, deve intervenire. Passano pochi giorni e il 3 agosto, la Germania dichiara guerra alla Francia. Ora i due Imperi centrali sono uniti in guerra contro le forze dell’Intesa. I tedeschi, per colpire la Francia lungo il confine meno protetto, invadono il Belgio, paese neutrale. La manovra provoca l’ingresso nel conflitto della Gran Bretagna, la quale non può tollerare l’aggressione ai danni di un Paese neutrale affacciato sulle coste della Manica.

Contemporaneamente i russi attaccano la Prussia Orientale, riportando però una serie di sconfitte. L’Italia è inizialmente neutrale, ma decide di schierarsi con le forze della Triplice Intesa per liberare Trento e Trieste ancora in mano austriaca. Il 23 maggio del 1915, l’Italia entra in guerra con l’Austria. Dopo una fase iniziale di grande movimento i fronti si immobilizzano e comincia una lunga e logorante guerra di trincea. A causa della rivoluzione bolscevica, la Russia esce dal conflitto nel dicembre del 1917. I tedeschi possono così spostare sul fronte occidentale le truppe provenienti dal fronte russo.

Tra le fine del 1917 e i primi mesi del 1918, gli Imperi centrali lanciano una serie di offensive. Ma hanno problemi al loro interno: i popoli dell’Impero asburgico sono sull’orlo di una rivolta, e la Germania è al collasso economico. E’ l’inizio della fine. Le offensive del blocco centrale cominciano ad essere meno potenti e le forze dell’Intesa, agevolate anche dell’ingresso al loro fianco degli Stati Uniti, contrattaccano lungo tutti i fronti. Tra l’ottobre e il novembre del 1918, gli Imperi centrali sono costretti a firmare la resa. La guerra è costata quasi venti milioni di morti.

Dallo smembramento dell’Austria-Ungheria, in omaggio al principio di nazionalità, nascono molti nuovi stati:
quelli d’Austria e di Ungheria. Quello cecoslovacco formato da Boemia, Moravia e Slovacchia. La Transilvania passa alla Romania. L’Alto Adige e Trieste diventano italiane. La Galizia è trasferita alla Polonia, mentre Slovenia, Erzegovina, Croazia e Vojvodina si uniscono a Bosnia, Montenegro e Macedonia per costituire il Regno di Serbi Croati e Sloveni. Con il trattato di Versailles vengono imposte alla Germania pesantissime riparazioni di guerra. Il Diktat umilierà il Paese, che coverà desiderio di rivalsa.
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