Ottobre 1962; il mondo è col fiato sospeso. Siamo sull’orlo di una nuova tragedia nucleare. Questa volta non è Hiroshima ma Cuba. Situata a soli 180 km dalla costa statunitense della Florida, Cuba riesce a controllare tutto il golfo del Messico. Per questo gli Stati Uniti, dopo averla strappata alla dominazione spagnola nel 1898, la trasformano in una sorta di protettorato. Fulgencio Batista, che gode dell’appoggio statunitense, ne è il padrone assoluto dal 1933. Ma la corruzione e la violenza che caratterizzano il suo governo, provocano una insurrezione popolare nel 1958. Leader della rivolta è Fidel Castro, un giovane avvocato che è stato espulso da Cuba per la sua attività sovversiva. Rientrato clandestinamente nel paese, insieme al suo compagno di lotta Che Guevara, dà vita ad una serie di azioni di guerriglia che costringono alla fuga Batista. Castro entra da trionfatore a l’Avana, l’8 gennaio del 1959. Il nuovo leader cubano avvia una serie di nazionalizzazioni, e si avvicina politicamente all’Unione Sovietica.
Nel 1961, il presidente statunitense Kennedy, allarmato dall’idea di avere un paese comunista vicino, appoggia il piano di alcuni esuli cubani di invadere l'isola. Sbarcati nella baia dei Porci, una stretta insenatura nella parte sudoccidentale di Cuba, gli anti-castristi vengono facilmente sopraffatti dall’esercito cubano.

Castro, vistosi minacciato dagli Stati Uniti, chiede e ottiene dall’URSS l'installazione di batterie di missili nucleari sul proprio territorio. Il 14 ottobre del 1962 gli aerei spia statunitensi individuano le basi. Kennedy, il 22 dello stesso mese, ordina il blocco navale dell'isola per impedire l’arrivo delle unità sovietiche che trasportano i missili. Per alcuni giorni le navi delle due superpotenze rischiano lo scontro. La tensione è altissima, la guerra nucleare è a un passo. Ma il leader sovietico Kruscev propone un compromesso per uscire dalla crisi. Il 28 ottobre Kennedy accetta. I Sovietici ritirano le navi, in cambio dell’impegno statunitense a non invadere Cuba, e a smantellare le loro basi missilistiche in Turchia.Dalla crisi di Cuba, prende il via un processo di distensione tra le due super potenze nucleari, che culmina negli accordi di Mosca del 5 agosto del 1963. In quell’occasione viene anche deciso che gli esperimenti nucleari devono svolgersi nel sottosuolo, per questioni di sicurezza.
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