79 d.C. Il vulcano Vesuvio, nei pressi dell’attuale Napoli, si sveglia dopo otto secoli di letargo. La sua eruzione seppellisce sotto sei metri di cenere alcune città dell’Impero Romano. La più ricca e popolosa è Pompei. Pompei è una ricca città mercantile situata alle pendici del Vesuvio. Contesa tra Etruschi, Romani, Greci e Sanniti, alla fine del II secolo a.C. Pompei entra sotto il dominio di una Roma in piena espansione. L’attività commerciale ne beneficia con un ulteriore impulso. Per la bellezza del paesaggio e la bontà del clima, presto diviene meta di villeggiatura dell’aristocrazia romana. Sorgono ville degne della capitale, opere pubbliche, monumentali edifici termali, due Teatri e un Anfiteatro.

In meno di un secolo, Pompei diviene una delle più fastose città del suo tempo. Nel 62 d.C., però, un violento terremoto la danneggia gravemente. E’ il segnale che il vulcano si sta risvegliando. Ma nessuno lo sa. Gli intraprendenti pompeiani ricostruiscono la loro città con pietre ancora più pregiate. Alcuni edifici sono ancora in costruzione quando giunge il fatale anno: 79 dopo cristo. Il 24 di agosto, forti scosse sismiche allarmano la popolazione. Non si registrano danni significativi agli edifici. Ma gli abitanti evacuano la città. Verso l’una del pomeriggio, dal Vesuvio si leva una colonna di gas e frammenti di magma incandescente. Al suolo ricadono cenere e lapilli. Poi, durante la notte, il Vesuvio tace. Molti pompeiani riprendono possesso delle loro case. Il mattino seguente una eruzione più violenta li sorprende. Questa volta, la colonna eruttiva si eleva in altezza per 15 chilometri.

Plinio il Giovane, in navigazione lungo la costa, la descrive come simile a un pino che “svettò nel cielo alto e si dilatava e quasi metteva rami… [poi] la nube si [stendeva] in un ampio ombrello.” La nube, in ricaduta, ha un diametro di 140 chilometri.
Molti pompeiani muoiono asfissiati dai gas. Altri restano prigionieri delle loro case, con gli accessi ostruiti dalla coltre di lava. Altri ancora, sono schiacciati dai tetti, crollati sotto il cumulo dei lapilli. La lava piovuta dal cielo cristallizza i suoi abitanti nell’attimo della tragedia e oscura la città nel suo momento di massimo splendore. Pompei resta sepolta, dimenticata, sino al 1748, epoca dei primi scavi. Oggi, il sito archeologico di Pompei è tra i più visitati al mondo.
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