Uxmal, Tikal e Palenque sono dei siti archeologici risalenti all’epoca dei Maya, una civiltà fiorita in America centrale tra il 2000 a. C. e il sedicesimo secolo d. C. Le tre località si sviluppano a partire dai primi secoli d. C., come sedi di potere politico, amministrativo e religioso. Tikal si trova nell’attuale Guatemala. È circondata dalla foresta del Petén e si estende per una superficie di 16 km quadrati. È la più grande città maya sorta tra il III e il IX secolo d. C. Del suo centro rimangono visibili la grande piazza, i palazzi di rappresentanza a più piani, le numerose stele in pietra raffiguranti i sovrani maya e le loro imprese. Nel parco si ergono anche 6 templi a forma di piramide con gradoni. Il più alto, detto tempio IV, raggiunge quasi i 70 metri. Il sito di Palenque risale al 4 secolo d. C. Si trova nell’odierno stato messicano del Chiapas e occupa una superficie di 15 km quadrati. Al suo interno trova spazio un gruppo di tre templi, databili intorno al settimo secolo.

Un quarto tempio, detto delle iscrizioni, custodisce tre tavole in pietra contenenti iscrizioni geroglifiche che narrano la storia della dinastia reale cittadina. Il sito è noto soprattutto per la qualità dei bassorilievi in stucco che decorano buona parte degli edifici. Sempre in Messico, nella penisola dello Yucatan, si trova Uxmal. La città, ricca di monumenti, conosce il suo massimo splendore intorno al 10 secolo d. C. A questo periodo risale il completamento della Piramide dell’Indovino, un edificio a pianta ellittica, alto intorno ai 30 metri, forse sede del potere sacerdotale. Poco distante sorge il Palazzo del Governatore, dimora della massima autorità cittadina. Lungo circa 98 metri, largo 12 e alto 8, è ornato sui lati da ricchi motivi astratto-geometrici. Il declino di queste città inizia intorno alla fine del primo millennio, quando vengono abbandonate, probabilmente a causa di conflitti con altre popolazioni del luogo. Vengono riscoperte tra la folta vegetazione solo a partire dal 1800. Nel secolo scorso sono iniziati i lavori di scavo. Per i Maya le città rappresentano il centro della vita pubblica. Per la comunità era abitudine raccogliersi attorno ai templi in occasione di sacrifici animali e umani, effettuati per ingraziarsi il favore degli dei e ottenere raccolti abbondanti. In tutte le città, inoltre, sono stati rinvenuti spazi dedicati alla pelota: un gioco con la palla che evocava la lotta tra luce e tenebre, e prevedeva decapitazioni rituali a fine partita.

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