La città di Santa María del Buen Ayre viene fondata nel 1536 dal nobile spagnolo Pedro de Mendoza. Costruita sulle rive del fiume Rio de la Plata, viene abbandonata 5 anni più tardi a causa dell’ostilità delle popolazioni indigene. Rifondata nel 1580 dal conquistatore Juan de Garay, Buenos Aires diventa ufficialmente colonia spagnola. L’ascesa della città inizia nel XVII secolo. Dotata di un’area portuale, diviene un importante snodo commerciale sull’Oceano Atlantico. Agli inizi dell’800 la sua attività commerciale è ormai florida e attira l’interesse dell’Inghilterra. La madrepatria Spagna è una potenza ormai in declino e rinuncia a difendere la propria colonia. Gli inglesi vengono però respinti dagli abitanti della città.

È il preludio all’indipendenza dell’Argentina, raggiunta nel 1816. Dieci anni più tardi Buenos Aires diventa capitale del Paese. Per la città ha inizio un periodo di benessere economico. La necessità di manodopera induce il governo argentino a incoraggiare l’immigrazione dall’Europa. Giungono italiani, tedeschi e polacchi. Presto però l’economia del Paese, finanziata da capitali stranieri e soggetta alle recessioni mondiali, si rivela debole. Nella seconda metà dell’800 anche i piccoli proprietari terrieri, costretti a vendere le terre, si trasferiscono in città. Buenos Aires si sovraffolla e manca il lavoro.

È in questo clima che nasce e si diffonde il tango, che esprime la malinconia degli immigrati.
Agli inizi del ‘900 il disagio esplode. Nel 1919 uno sciopero di operai, ricordato come Semana tragica, si conclude con quasi cento manifestanti uccisi dall’esercito. Nei primi decenni del XX secolo la città riprende slancio: sorgono palazzi di stile europeo e le avenidas, ampi viali dall’aspetto liberty che ricordano le avenue parigine. Viene costruita la metropolitana. Nel 1946 sale al potere il colonnello Juan Domingo Perón, affiancato dalla moglie Evita Peron. La politica populista del leader argentino ravviva le speranze in una ripresa economica, ma nel 1955 Peron viene destituito con un colpo di Stato.

Seguono decenni di instabilità economica. Regimi militari e civili si alternano fino ai primi anni '80. Buenos Aires si ingrandisce sempre di più inglobando la periferia ma non riesce a garantire servizi pubblici adeguati. Nell’83 viene ripristinata la democrazia. Il governo avvia nuove riforme e gli argentini ricominciano a sperare, ma il Paese è ancora fragile. Quando nel 2001 una nuova crisi economica mette in ginocchio l’Argentina, a Buenos Aires la popolazione protesta a suon di pentole contro il governo.
Oggi, dopo anni di recessione, la città sta cominciando a risollevarsi. La metropolitana di Buenos Aires è la prima del Sud America. I suoi abitanti si chiamano porteños, dal porto della città. Oltre allo spagnolo, si parlano inglese, portoghese e italiano.
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