«L’architettura è un percorso lento, è la matrice della complessità». Famoso in tutto il mondo per le sue opere architettoniche, Italo Rota ricostruisce il suo viaggio professionale da un punto di vista quasi imprenditoriale, che si distanzia da quell’approccio rapido (e spesso evanescente) di molte forme artistiche e culturali contemporanee, che a differenza delle sue opere svaniscono in poco tempo. La sua carriera è stata segnata da scelte ben precise. Ed è una delle cose a cui tiene di più: «A formare la mia identità sono stati soprattutto i “no” che ho saputo dire».

Italo Rota, architetto milanese, si è occupato dell’allestimento dei più importanti musei parigini, dal Musée d’Orsay al Centre Pompidou, dalle nuove sale della Scuola Francese della Cour Carré del Louvre all’illuminazione di Notre-Dame. Ha progettato una serie di alberghi di lusso sparsi in tutto il mondo e a Milano, tra le altre cose, si è occupato della progettazione del Museo del Novecento. È stato inoltre responsabile del progetto per il padiglione del Kuwait a Expo 2015. Italo Rota ha vinto i premi più prestigiosi del suo settore, tra cui la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli spazi pubblici e per la cultura e il tempo libero, il Landmarks Conservancy Prize di New York e il Grand Prix de l’Urbanisme di Parigi.
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