«La democrazia è come un fiore che va annaffiato ogni giorno», Shirin Ebadi - Premio Nobel per la pace nel 2003 - ci racconta le sue battaglie per i diritti umani e come si vive in esilio dal proprio paese. Avvocato e attivista, Shirin Ebadi è stata la prima donna musulmana a ottenere questo riconoscimento. I funzionari del governo iraniano hanno cercato di ostacolarla in ogni modo, anche con la violenza: nel novembre del 2009 la polizia di Teheran fece irruzione nel suo appartamento picchiando il marito e sequestrando il premio Nobel.

Nonostante tutto questo ancora oggi Shirin Ebadi ci racconta di continuare a credere nella democrazia, perché un giorno «i dittatori se ne andranno». Confida nel suo popolo, «sempre più consapevole», e in tutti quelli che vivono ancora sotto un regime. Nel 1994 fonda insieme ad altri la Society for Protecting the Child’s Rights, associazione non-governativa di cui è ancora un dirigente. Come avvocato si è occupata spesso di casi riguardanti i dissidenti del regime e si è costituita in diverse occasioni come parte civile in processi contro i membri dei servizi segreti iraniani.
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