Ruhollāh Mosavi Khomeini è un politico e leader spirituale iraniano, alla guida del suo Paese dal 1979 al 1989. Nasce a Khomeyn, probabilmente il 17 maggio 1900. A quest'epoca, l'Iran fa parte della Persia, governata da un sovrano che ha il titolo di scià. Sia il nonno che il padre sono mullah, teologi dell'islam. Khomeini studia giurisprudenza, e si concentra in particolare sulla shari’a, la legge islamica. Negli anni 50 diviene ayatollah e in seguito grande ayatollah, cariche riservate alle più importanti guide religiose dell'islam. Nel 1963, lo scià Riza Pahlavi, sostenuto dagli USA, avvia in Iran la cosiddetta Rivoluzione bianca, una serie di riforme volte a modernizzare il Paese. Khomeini si oppone con forza a questi cambiamenti, e accusa lo scià di volere corrompere la società iraniana.

Il 5 giugno del '63 Khomeini viene arrestato: numerose manifestazioni in suo favore sono represse nel sangue dallo scià. Il 4 novembre 1964 l’ayatollah è costretto all'esilio. Passa i successivi dieci anni all'estero, continuando ad attuare un'energica opposizione al regime autoritario di Riza Pahlavi. In Iran, la sua popolarità cresce enormemente. A partire dall’estate del ’78, il Paese è scosso da una serie di rivolte, che portano a una rivoluzione di matrice islamica: nel gennaio del ’79, lo scià è costretto a fuggire. Il primo febbraio, Khomeini torna in patria, accolto trionfalmente dalla folla. Il primo aprile, un referendum trasforma l'Iran in una repubblica islamica: le leggi del nuovo Stato si basano su un'interpretazione letterale del Corano. Il governo spetta ai religiosi, e Khomeini assume a vita l’incarico di guida suprema del Paese.

L'ayatollah governa con durezza, soffocando ogni dissenso. Avvia una rigida islamizzazione della società, volta a estirpare dal Paese ogni elemento di cultura occidentale. Nel novembre ‘79, a Teheran, militanti musulmani vicini al nuovo regime sequestrano 52 persone nell'ambasciata USA, come ritorsione per l'aiuto fornito dagli Stati Uniti al deposto governo dello scià. Dopo 444 giorni di prigionia, gli ostaggi vengono liberati, dietro pagamento di un altissimo riscatto in armi e denaro. Khomeini accresce così il proprio prestigio: sono molti ora nel mondo i movimenti islamici che vogliono ripetere l’esperienza della rivoluzione iraniana. Khomeini affronta con risolutezza anche Saddam Hussein, leader di un regime laico nel confinante Iraq. Nel 1980 scoppia la guerra Iran-Iraq, che termina nel 1988. Il conflitto si chiude senza un vero vincitore, ma permette all’ayatollah di isolare le componenti laiche della società iraniana e di rafforzare il potere dei religiosi. Fondatore della prima repubblica islamica della storia, Khomeini muore di cancro a Teheran il 3 giugno 1989, a quasi 90 anni.

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