Michelangelo Antonioni è un regista e sceneggiatore italiano. Nasce a Ferrara il 29 settembre 1912 da una famiglia borghese. Si laurea in Economia e commercio, ma la sua passione è il cinema e alla fine degli anni ‘30 inizia a lavorare come critico. A 27 anni si trasferisce a Roma, dove collabora con diversi registi, tra cui Roberto Rossellini. Nel 1942 si reca in Francia come aiuto-regista di Marcel Carné per Les visiteurs du soir e al ritorno in Italia gira il suo primo lavoro, il documentario Gente del Po. Nel 1942 si reca in Francia come aiuto-regista di Marcel Carné per Les visiteurs du soir e al ritorno in Italia gira il suo primo lavoro, il documentario Gente del Po. Al termine della seconda guerra mondiale realizza altri documentari e dopo alcuni progetti naufragati, a 38 anni esordisce nel lungometraggio di finzione con Cronaca di un amore. Antonioni rompe gli schemi del cinema neorealista: abbandona il racconto collettivo della povertà del dopoguerra e si concentra sul malessere di una coppia borghese. Questa poetica si sviluppa anche nei lavori successivi e in particolare ne Il grido.

L’avventura, La notte e L’eclisse formano la cosiddetta trilogia dell’incomunicabilità: avvalendosi di grandi interpreti, Antonioni mette in scena coppie di innamorati che non riescono a costruire un rapporto e a parlarsi. A livello registico, Antonioni utilizza campi lunghi e profondi per rappresentare la mancanza di punti di riferimento dei suoi personaggi. Nel 1964 Antonioni realizza il suo primo film a colori, Il deserto rosso. Come nei tre lavori precedenti, tra gli interpreti principali c’è Monica Vitti, a lungo compagna del regista. Antonioni riscuote un grande successo di critica e viene premiato ai festival di Cannes, Berlino e Venezia.
Nel 1966 firma un contratto per realizzare tre film con la major americana MGM Il primo, Blow-up, è una profonda riflessione sullo sguardo e sul rapporto tra immagine e realtà. Il successivo Zabriskie Point passa alla storia per la scena dell’esplosione di una villa, filmata con 17 macchine da presa.

L’ultimo film americano, Professione: reporter, amplifica la tematica esistenziale spingendola fino alla perdita dell’identità. Al ritorno in Italia, si concentra sulla sperimentazione visiva e torna sulle tematiche esistenziali degli anni ’60. Gira inoltre spot e videoclip. A 73 anni è colpito da un ictus: perde l’uso della parola ed è costretto su una sedia a rotelle. Dieci anni dopo, Antonioni torna dietro alla macchina da presa: insieme al regista tedesco Wim Wenders realizza Al di là delle nuvole. Nello stesso anno riceve l’Oscar alla carriera. Il suo ultimo film è Il filo pericoloso delle cose, episodio del film collettivo Eros. Muore a Roma il 30 luglio 2007, a 94 anni. Dotato di una personalissima poetica visiva e narrativa, Michelangelo Antonioni è un indiscusso maestro del cinema internazionale.

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