Patrick de Gayardon nasce il 23 gennaio 1960 a Oullins, vicino a Lione. Rimasto orfano a due anni, viene allevato dai nonni. Frequenta il collegio dei Padri Mariani di Lione, e poi si iscrive alla facoltà di giurisprudenza. Appassionato di sport fin dall’infanzia, pratica tennis, golf, sci e pallavolo. A vent’anni si avvicina al base jump, versione estrema del paracadutismo sportivo. Nel base jump il lancio avviene non da un aereo ma da basi fisse come tetti e scogliere. de Gayardon lascia il base jump e passa alle evoluzioni in caduta libera grazie alla disciplina del freestyle. La sua capacità di piegare il vento e dominare la velocità impressiona gli esperti.

Alla fine degli anni ’80 si avvicina a un’altra specialità estrema: lo skysurf. Le immagini di de Gayardon che volteggia nel cielo con una tavola da surf ai piedi fanno il giro del mondo. de Gayardon cerca negli angoli più remoti del mondo nuovi ostacoli naturali da abbattere. Si lancia nel canyon messicano di Sòtano de Las Golondrinas. Si lancia dalla cascata più alta del mondo in Venezuela. A Mosca conquista il record di lancio senza respiratore gettandosi da 12700 metri di altezza. Per pianificare tutto questo, si avvale di una squadra di tecnici che con lui organizzano le imprese in ogni dettaglio. Per de Gayardon superare i limiti è una missione: il suo intento è quello di far progredire l’uomo e la consapevolezza dei propri mezzi. de Gayardon non è solo un atleta, per alcuni è uno scienziato del volo. Nel 1997 realizza l’eterno sogno dell’uomo: volare. Chi lo ha preceduto nel tentativo dell’impresa ha costruito ali ispirandosi al volo degli uccelli. de Gayardon, invece, intuisce che per far volare l’uomo bisogna sfruttare non solo le braccia ma anche le gambe. L’atleta francese trova l’idea giusta osservando gli scoiattoli volanti del Madagascar.

Dopo 3 anni di studio mette a punto una tuta che collega le braccia alle gambe e consente al corpo umano di planare. È il progetto Wing flight. Il 31 ottobre 1997, nei cieli di Chamonix, de Gayardon testa la tuta alare: in caduta libera da 4000 m riesce a compiere un volo di 6 km per una durata di 3 minuti. La distanza percorsa in orizzontale è maggiore della distanza percorsa in verticale: l’esperimento è riuscito. 13 aprile 1998. de Gayardon è alle Hawaii per realizzare un filmato di presentazione della tuta alare. Sale insieme a due amici sul suo aereo per qualche lancio di allenamento. I paracaduti dei due amici si aprono regolarmente a 1200 metri di altezza, quello di Patrick, invece, non si apre. Il suo corpo scompare dietro agli alberi. Patrick de Gayardon muore a 38 anni.

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