PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI
Virgilio:
Sono Virgilio, il sommo poeta.
Guiderò Dante in questo suo viaggio dagli Inferi al trono di Dio.
Gli mostrerò cosa c’è dopo la morte,
la pena eterna come il premio divino...
e lui potrà raccontarlo all'umanità intera.

Dante:
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.

Virgilio:
Io sono tra color che son sospesi.
Una donna di nome Beatrice mi pregò
di prestare soccorso a Dante.
Divenni così fedele guida del suo lungo viaggio.

Dante:
Miserere di me…

Virgilio:
Sono il poeta che cantò le gesta di Enea...

Dante:
Or se' tu quel Virgilio e quella fonte
che spandi di parlar sì largo fiume?

GLI IGNAVI
Virgilio:
Tu vedrai genti dolorose che hanno perduto il ben dell'intelletto...

Virgilio:
Non ragioniam di loro, ma guarda e passa.

Caronte:
Guai a voi, anime prave! non isperate mai di riveder lo cielo.
Io vegno per menarvi a l'altra riva...
Tu che sei vivo, di qui non puoi passare.

Virgilio:
Caron non ti crucciare.
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole e più non dimandare.

I LUSSURIOSI
Dante: Poeta, volentieri parlerei a quei due che insieme vanno...

Virgilio:
Sono Paolo e Francesca. In vita, furono amanti.
Gianciotto, marito di Francesca e fratello di Paolo,
li uccise insieme dopo aver scoperto l’adulterio.

Francesca:
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Noi leggevamo un giorno per diletto di Lancillotto…
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse,
quel giorno più non vi leggemmo avante.

Dante:
Quanti dolci pensier, quanto desio menò costoro al doloroso passo!

GLI ERETICI
Virgilio:
Qui è sepolto Epicuro con tutti i suoi seguaci…
Uno è Cavalcante dei Cavalcanti.
Non credette nell’immortalità dell’anima
e per questo è punito tra gli eretici.

Cavalcante:
Mio figlio dov'è? E perché non è teco?

Dante:
Colui ch'attende là, per qui mi mena
forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.

Virgilio:
Guido è ancora in vita, ma in quanto eretico,
non avrebbe mai potuto accompagnarci in questo nostro viaggio.

VIOLENTI CONTRO SE STESSI (suicidi e scialacquatori)
Pier delle Vigne:
Perché mi scerpi? Uomini fummo e ora siam fatti sterpi...

Virgilio:
Quest'uomo è Pier delle Vigne
consigliere fidato di Federico II.
Fu accusato ingiustamente e si uccise...

Pier Delle Vigne:
L'animo mio, per disdegnoso gusto,
credendo col morir fuggir disdegno,
ingiusto fece me contra me giusto.

I TRADITORI DELLA PATRIA
Ugolino: Tu dei saper ch'i' fui conte Ugolino...

Virgilio:
La sua vicenda va inserita nelle lotte tra i ghibellini,
che appoggiavano l’imperatore e i guelfi, seguaci del Papa.
Ugolino fu ghibellino ma poi tradì la sua città e si alleò con i guelfi.
I ghibellini lo chiusero in una torre dove morì di stenti con i suoi figli.

Ugolino:
Vid'io cascar li tre ad uno ad uno...
due dì li chiamai, poi che fur morti.
Poscia, più che il dolor potè il digiuno.

I TRADITORI DEI BENEFATTORI
Virgilio: Quell'anima là sù c'ha maggior pena è Giuda...
'l capo ha dentro e fuor le gambe mena.

Virgilio:
Conviensi dipartir da tanto male.

Dante:
E quindi uscimmo a riveder le stelle.

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