Nel clima di tensione dovuto alla guerra fredda, i coniugi Julius ed Ethel Rosenberg cadono vittime di una persecuzione che colpisce i comunisti d‘America. È il 19 giugno del 1953 quando vengono giustiziati con l’accusa di spionaggio contro gli Stati Uniti, malgrado la sostanziale inconsistenza delle prove a loro carico. Julius Rosenberg nasce a New York il 12 maggio del 1918 da una famiglia di origini ebraiche. Si laurea nel 1939 in ingegneria elettrotecnica e l’anno successivo si arruola nell’esercito come addetto ai radar. Da tempo fa parte di una lega di giovani comunisti e allo scoppio della seconda guerra mondiale ne diventa il capo. È proprio all’interno di tale gruppo che qualche anno prima aveva conosciuto la sua futura sposa Ethel. Ethel nasce a New York, il 28 settembre 1915. Fin da piccola canta e sogna di diventare un’attrice. Nel frattempo lavora come segretaria e, a causa del suo interesse per le lotte sindacali, aderisce alla lega dei giovani comunisti dove conosce Julius.

I due si sposano nel 1939, e conducono una vita modesta con i loro due figli Robert e Michael. Nel 1949 l’Unione Sovietica costruisce la sua prima bomba atomica. Il governo degli Stati Uniti sospetta che qualche cittadino americano abbia passato ai sovietici i progetti della bomba. L’FBI inizia la caccia ai responsabili della fuga di notizie. Le indagini portano all’arresto, tra gli altri, di David Greenglass, ex sergente in servizio al centro atomico di Los Alamos e fratello di Ethel. Greenglass confessa e accusa la sorella e il marito di far parte dell’organizzazione. La sicurezza del Paese è ormai compromessa e l’America cerca un colpevole. Il processo inizia il 6 marzo del 1951. Oltre alla testimonianza di Greenglass, a pesare sui Rosenberg è la loro militanza comunista. Secondo l’accusa, la loro affiliazione politica rappresenta un motivo valido per spingerli a cospirare contro gli Stati Uniti.

L’accusa, alla ricerca di un capro espiatorio, non riesce a provare quali notizie sarebbero state trasmesse ai sovietici. La giuria, d’altro canto, non tiene conto del fatto che i Rosenberg non hanno avuto accesso a nessun segreto rilevante per la fabbricazione della bomba. Malgrado le loro continue dichiarazioni di innocenza, i due vengono giudicati colpevoli. Muoiono entrambi sulla sedia elettrica il 19 giugno 1953 nella prigione di Sing Sing. La loro vicenda è passata alla storia come una rappresaglia ideologica tesa a creare terrore nella popolazione americana, allo scopo di evitare il diffondersi della ideologia comunista.

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