Luis Buñuel è un regista spagnolo. È il principale esponente del surrealismo cinematografico. Nasce a Calanda il 22 febbraio 1900.
Figlio di un piccolo proprietario terriero, studia in un istituto cattolico, ma ben presto mostra insofferenza per la religione. Ateismo e anticlericalismo saranno una costante della sua vita. Ironicamente dirà: «Grazie a Dio, sono un ateo». Nel 1917 si trasferisce a Madrid per frequentare l’università. Qui conosce il pittore Salvador Dalì, e ne diviene amico. Nel 1925 si trasferisce a Parigi e inizia a interessarsi di cinema: diventa assistente del regista Jean Epstein e scrive di cinema per la rivista «Cahiers d’Art». Nel 1928 con l’aiuto dell’amico Dalì gira Un chien, un cortometraggio ricco d’immagini crude ispirate all’autore dai propri sogni. Il film attira l’interesse dei surrealisti, avanguardia artistica caratterizzata dall’interesse per la dimensione onirica, dal gusto per l’assurdo e dalla forte carica antiborghese. Due anni più tardi Buñuel gira L’âge d’or, film surreale e dissacrante in cui appaiono anche le figure di Cristo e di alcuni vescovi. L’opera suscita scandalo e viene bandita in Francia.

Successivamente il regista rientra in Spagna, che però lascia allo scoppio della guerra civile nel 1936. Trascorre diversi anni negli Stati Uniti senza realizzare nessun film; poi nel 1947 si stabilisce in Messico, dove riprende l’attività. Con uno dei film girati in Messico, I figli della violenza, storia di giovani di periferia allo sbando, vince il premio per la miglior regia al festival di Cannes del 1951. Nel 1960 torna in Spagna per girare Viridiana, la cui protagonista è una novizia che abbandona il convento e si dedica alla carità verso i poveri. Questi però, ingrati, la aggrediscono e tentano di violentarla. Il film vince la Palma d’Oro a Cannes nel 1961, ma in Spagna viene bandito a causa del suo spirito antireligioso. In seguito Buñuel gira diversi film in Francia. Nel 1967 realizza il suo maggior successo commerciale: Bella di giorno. La protagonista, interpretata da Catherine Deneuve, è una signora benestante che per sfogare le proprie frustrazioni si prostituisce.

Il film è un attacco al perbenismo borghese, oggetto di satira anche nei successivi Il fascino discreto della borghesia e Il fantasma della libertà. In queste due opere torna a manifestarsi con forza la vena surreale di Buñuel: ne Il fascino discreto della borghesia, premiato con l’Oscar nel 1973, i pranzi di un gruppo di ipocriti borghesi vengono continuamente interrotti dagli imprevisti più assurdi. Nel 1977 Buñuel gira il suo ultimo film, Quell’oscuro oggetto del desiderio, cronaca di un’ossessione erotica. Progetta poi nuove opere che però non riesce a realizzare per problemi di salute. Muore a Città del Messico il 29 luglio 1983 all’età di 83 anni.

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