Alberto Giacometti è scultore e pittore svizzero, noto per le sue sculture scarnificate e filiformi. Giacometti nasce il 10 ottobre 1901 a Stampa, nel cantone svizzero dei Grigioni. Si avvicina all’arte in giovanissima, età seguendo l’esempio del padre Giovanni, che è pittore. Dopo l’École des Beaux-Arts a Ginevra, nel 1922 si trasferisce a Parigi, dove segue i corsi di scultura di un allievo di Rodin. Qui ha modo di visitare spesso il Louvre e di conoscere da vicino il Cubismo. Di questo periodo sono le sculture Torso e Donna-cucchiaio. Quest’ultima si ispira alla scultura africana, ed è una sintesi di linee curve e linee rette che definiscono in modo essenziale una forma primitiva di donna.

Nel 1928 aderisce al Surrealismo, suscitando l’ammirazione di Salvador Dalì con l’opera Palla sospesa. All’interno di una struttura di tubi di ferro che ricorda una gabbia, una palla solcata da una fenditura è sospesa con una corda di violino al di sopra di una mezzaluna, sulla quale sembra scivolare. La scultura, al contempo simbolica e allusiva alla sfera sessuale, fa di Giacometti l’interprete ideale del Surrealismo. Tuttavia l’artista, sempre più attratto dalla rappresentazione figurativa, si allontana gradualmente dai surrealisti, che lo espellono dal loro movimento nel 1935.

In seguito Giacometti non espone per oltre dieci anni. La svolta decisiva nella sua arte avviene nel 1947 con Uomo che cammina. La scultura, che si ispira all’opera di Rodin, perde l’aspetto atletico delle opere dello scultore francese per diventare gracile e scarnita. Si tratta di una figura solenne, alta e magra, dotata di piedi enormi ancorati al suolo. Esprime la vulnerabilità e la sofferenza umana. Il 1947 è anche l’anno di Testa su stelo, un volto distorto in una smorfia, e di un altro capolavoro, Il naso, in cui torna sul tema della gabbia che isola il corpo dallo spazio.

In questo periodo nascono anche i busti-ritratto del fratello Diego; le lunghe figure filiformi di donna; La mano, ispirata al macabro ritrovamento di un braccio bruciato; e sculture di animali domestici. Sono forme fragili, dai contorni frantumati, dove lo spazio avvolge e corrode le figure.

Nel 1948 è a New York per una personale alla galleria di Pierre Matisse. Nel 1950 è a Zurigo, con la sua prima retrospettiva. Nel 1953 esordisce nella scenografia teatrale, disegnando l’unico sparuto albero della pièce Aspettando Godot dell’amico Samuel Beckett.

Giacometti muore l’11 gennaio 1966 a Coira, in Svizzera.

Le sue sculture al tempo stesso potenti e delicate, racchiudono qualcosa di inafferrabile ma indiscutibilmente umano.

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