Matthew Calbraith Perry, è un ufficiale della Marina Militare Americana. La sua attività conduce all’apertura degli scambi diplomatici e commerciali tra gli Stati Uniti e il Giappone, Paese che era rimasto chiuso al mondo per più di 250 anni. Perry nasce a South Kingstown, Rhode Island, negli Stati Uniti, il 10 aprile 1794. È figlio del commodoro Christopher Raymond Perry, ed è il fratello minore del comandante Oliver Perry, famoso per aver sconfitto gli inglesi nella battaglia sul lago Erie, nel 1812. All’età di quindici anni, Perry si imbarca come aspirante ufficiale cadetto sulla fregata Revenge.

Nel 1821 gli viene dato il primo comando della goletta Shark. Promosso capitano nel 1837 e commodoro quattro anni dopo, fra il 1843 e 1844 è al comando di una flotta che batte le coste africane. Il suo compito è contrastare il commercio di schiavi, a cui Inghilterra e Stati Uniti si sono impegnati a porre fine. Nel 1846 combatte la guerra fra Stati Uniti e Messico, che si contendono la Repubblica del Texas. La svolta arriva nel Marzo 1852. Il Presidente degli Stati Uniti, Millard Fillmore, decide di inviare Perry come suo emissario in Giappone. Il paese del sol levante è isolato dal resto del mondo dal XVII secolo, ed è dominato da una dinastia militare che evita contatti e scambi economici con l’occidente cristiano.

Perry salpa nel 1852 con 4 navi: Mississippi, Plymouth, Saratoga e Susquehanna. L’8 luglio 1853 approda a Uraga, nella baia dell’attuale Tokyo. Per il colore delle fregate e il fumo prodotto dai motori a carbone, i giapponesi le battezzano subito le navi nere. Utilizzando mezzi diplomatici, ma senza nascondere una minaccia di attacco, Perry convince le autorità giapponesi ad accettare una lettera del presidente americano, con la richiesta di un trattato commerciale. Alla fine promette di tornare l’anno successivo per avere una risposta. Ritorna in Giappone nel febbraio del 1854, stavolta al comando di otto navi. Il 31 marzo firma il Trattato di Kanagawa, che consente agli Stati Uniti l’accesso ai porti di Hakodate e Shimoda. Negli anni successivi l’accordo viene siglato da Russia, Olanda, Inghilterra e Francia.

Nel 1855 Perry torna in America e riceve per la sua impresa un premio di 20.000 dollari. Inizia a scrivere un’opera in tre volumi sulla missione in Estremo Oriente. Muore a New York il 4 marzo 1858 di cirrosi epatica dovuta all’abuso di alcol, a 63 anni. L’azione di Perry, sebbene abbia origine dalla politica di espansionismo commerciale degli USA, contribuisce ad avviare il Giappone sulla via della modernità: in pochi anni lo shogunato perde il potere, e il Paese diviene una delle maggiori potenze mondiali.

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