Adriano Olivetti è un imprenditore italiano. Personalità brillante ed eclettica, è anche intellettuale, editore e politico. Nasce a Ivrea l'11 aprile 1901. Suo padre Camillo è il fondatore della Olivetti, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Dopo la laurea in Chimica industriale, lavora per qualche tempo nell’azienda di famiglia come semplice operaio. Ritiene infatti che per essere un buon manager si debba prima capire i problemi di un lavoratore.

Nel 1925 si reca negli Stati Uniti dove visita diverse aziende per osservare metodi di organizzazione moderni. Matura così la convinzione che per rendere più efficiente la struttura produttiva, la fabbrica debba essere un ambiente a misura d’uomo. Tornato in Italia, nel 1938 subentra al padre e diviene Presidente dell’Olivetti. Applica immediatamente i suoi principi e accorda ai lavoratori orari migliori, salari più alti e periodi di maternità più lunghi rispetto a quanto stabilito dai contratti di categoria.

Investe subito sull’innovazione. Il suo primo successo è la MP1, la prima macchina per scrivere portatile. Adriano è un convinto antifascista. Per evitare ritorsioni, durante la Seconda Guerra Mondiale si rifugia in Svizzera. A guerra finita, torna in Italia e imprime all’azienda un grande slancio. In poco più di un decennio la produttività. e le vendite aumentano in modo vertiginoso. È tra i primi imprenditori italiani a dare importanza alla cura dell’aspetto estetico dei propri prodotti. Il caso più celebre è la macchina per scrivere portatile Lettera 22. Progettata nel 1950, è uno dei simboli del design italiano ed è tuttora esposta nei musei di tutto il mondo.

La Olivetti amplia la gamma di prodotti ed è tra le prime aziende al mondo a produrre calcolatori elettronici, gli antenati dei computer. Apre stabilimenti in Italia e all’estero. Gli impianti sono sempre all’avanguardia sotto ogni aspetto. La sede di Pozzuoli, immersa nel verde, ne è un esempio luminoso Olivetti si dedica in questi anni a numerose altre attività con una particolare attenzione al sociale.

Reinveste parte dei profitti per il benessere della città di Ivrea, finanziando la costruzione d’interi quartieri con abitazioni per operai, mense e asili. Entra in politica con il Movimento Comunità, che sostiene le autonomie locali. Alla guida del movimento diventa sindaco di Ivrea nel 1956 e deputato del Parlamento due anni dopo. Adriano Olivetti muore per un ictus il 27 febbraio 1960, durante un viaggio in treno tra Milano e Losanna. Ha 59 anni. Lascia un’impresa in ottima salute e con 36mila dipendenti. Nei decenni successivi la società entra in una crisi lunga e profonda, legata all’ingresso nel mercato dell’informatica. Senza il suo creatore, il progetto di Adriano Olivetti torna a essere un’utopia.

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