Enrico Mattei è presidente dell’Eni dal 1953 al 1962. Nasce ad Acqualagna, in Italia, il 29 aprile 1906. Il padre è sott’ufficiale dei carabinieri. A 13 anni lavora come verniciatore. Nel ‘23 entra come garzone in una conceria e in pochi anni ne diventa il direttore. Dopo il 1929 si trasferisce a Milano e fonda una propria attività nel settore chimico. Nel ’45 Mattei viene incaricato di liquidare l’Agip, Azienda Generale Italiana Petroli, nata durante il fascismo. Decide invece di rilanciarla, convinto che un’impresa petrolifera nazionale possa rappresentare la strada per l’indipendenza energetica dell’Italia. Dà il via alla perforazione di pozzi in Val Padana e, nel 1948, trova un giacimento di gas naturale a Ripalta, in Lombardia. Non esita a finanziare partiti, correnti e giornali. Aggira la lenta burocrazia, scava pozzi e posiziona tubi per gasdotti durante la notte: mette così gli amministratori davanti al fatto compiuto. Nel 1953 Mattei promuove la nascita dell’ENI, che incorpora la vecchia Agip.

Sono gli anni della ricostruzione dopo la guerra, le risorse energetiche italiane sono poche. Invece di passare attraverso i canali ufficiali, controllati dagli Stati Uniti, Mattei tratta direttamente con i Paesi ricchi di petrolio, Libia, Marocco, Iran, Egitto. Stringe con loro accordi che prevedono la cessione del 75% dei profitti, il coinvolgimento di questi Paesi nel processo produttivo, la qualificazione della forza lavoro locale. La politica di Mattei ha successo, l’indipendenza energetica italiana sembra possibile. Entra però in conflitto con le sette grandi compagnie petrolifere per lo più statunitensi, che Mattei definisce ironicamente le sette sorelle. Le sette sorelle, infatti, offrono ai Paesi del Medioriente solo il 50% dei profitti. Mattei è osteggiato anche in Italia: la sfida che ha lanciato agli Stati Uniti preoccupa gli ambienti politici e industriali italiani che dipendono dai finanziamenti statunitensi. Nel 1956 contribuisce alla nascita il quotidiano “Il Giorno”, che sostiene le imprese dell’Eni e la sinistra democristiana di Amintore Fanfani, sostenitore del progetto di Mattei.

Nel 1960 in piena guerra fredda, sfidando ancora una volta gli Stati Uniti, conclude una trattativa con l’Unione Sovietica. Gli accordi prevedono il rifornimento di petrolio in cambio di merci italiane. Sempre alla ricerca di nuovi partner, si schiera in questi anni per l’indipendenza algerina dalla Francia. L’Algeria infatti è ricca di petrolio. Mattei si inimica così anche alcuni settori militari francesi. Muore il 27 ottobre 1962. L’aereo su cui viaggia da Catania a Milano precipita a Bascapè, in provincia di Pavia. La commissione d’indagine conclude che si tratta di un incidente. Le perizie del 2003 dimostrano che sull’aereo è esplosa una bomba. Con Mattei muore anche l’idea di autonomia energetica italiana.

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