Edmond Halley è un astronomo e matematico inglese. Da lui prende il nome la cometa più celebre: la cometa di Halley. Figlio di un agiato commerciante, nasce l’8 novembre 1656 a Haggerston, vicino a Londra. Studia a Oxford, e, ancora studente, pubblica saggi di astronomia che attirano l’interesse di John Flamsteed, Astronomo Reale britannico. Su suggerimento di Flamsteed, nel 1676 parte per l’isola di Sant’Elena, nell’Atlantico meridionale, per studiare le stelle dell’emisfero australe. Il risultato dei suoi studi è il Catalogus Stellarum Australium. Nel 1678, a soli 22 anni, entra nella Royal Society, l’Accademia Inglese delle Scienze.

Nel 1684 conosce Isaac Newton, e i suoi studi sulla forza di gravità. Intuendo l’importanza di queste ricerche, incoraggia Newton a pubblicare i suoi Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, e lo sostiene economicamente. Nel 1704 diviene professore di geometria ad Oxford. Gli studi che però lo renderanno celebre sono quelli sulle comete, contenuti nel Synopsis Astronomiae Cometicae, del 1705. Halley, avvalendosi della legge di gravitazione universale di Newton, calcola e descrive le orbite di 24 comete. In particolare intuisce che le comete avvistate nel 1531, 1607 e 1682 sono in realtà la stessa cometa, che transita vicino alla Terra all’incirca ogni 76 anni. Halley prevede un nuovo passaggio della cometa nel 1758. La previsione si rivelerà corretta, ma Halley non potrà compiacersene: nel 1758 è infatti già morto da 16 anni. La cometa prenderà comunque il suo nome.

In seguito Halley si dedica allo studio dei testi astronomici dell’antichità, e nota che alcune stelle si trovano in posizioni diverse rispetto a quelle descritte nei trattati antichi. Scopre così che anche le stelle sono dotate di un moto proprio, e che non sono fisse nell’universo come a lungo si era ritenuto. Nel 1716 mette a punto un metodo per misurare la distanza tra la Terra e il Sole, basato sull’osservazione dei passaggi di Venere di fronte al disco solare. Tale metodo prevede la coordinazione di più osservatori posti in luoghi diversi della Terra: essi infatti, a causa della diversa angolazione, vedranno Venere tracciare traiettorie diverse lungo il disco del Sole.

Misurando la distanza tra queste traiettorie e la distanza tra i punti di osservazione, e utilizzando calcoli di trigonometria, si può ottenere la distanza tra Sole e Terra. Halley calcola una distanza di 111 milioni di chilometri. Lo stesso metodo verrà messo in pratica anche dopo la morte di Halley, e porterà ad una stima della distanza media tra Terra e Sole di poco superiore alla misura effettiva, che è di 149,6 milioni di chilometri. Nel 1720 Halley viene nominato nuovo Astronomo Reale. Continua poi le sue ricerche all’Osservatorio di Greenwich. Qui muore a 85 anni, il 14 gennaio 1742.

Join OVO
* required fields

By proceeding with the registration I declare I have read and accepted the

Join OVO
OR
SIGN UP
  •   Forgot your password?
Reset your password