Famiglia di acrobati con scimmia è un’opera di Pablo Picasso realizzata con tecniche miste su cartoncino nel 1905. Il quadro misura 104 cm x 75. Nel 1904 il giovane artista spagnolo si stabilisce a Parigi, dove vive in precarie condizioni economiche. Abita in una casa cadente, soprannominata “La lavanderia galleggiante”. Quasi ogni settimana, con gli amici parigini, Picasso va al Circo Medrano. L’artista si sente attratto dalla vita degli acrobati, degli attori e dei musicisti. Dal 1905 inizia a dipingere il dietro le quinte della vita degli artisti circensi, utilizzando una tavolozza con tonalità luminose, basata sulle gradazioni di rosa e rosso. E’ l’inizio del cosiddetto “periodo rosa”, che segue il più malinconico e cupo “periodo blu”. Il cambiamento di “umore” nelle sue tele è dovuto soprattutto alla relazione con Fernande Olivier, che gli ridona gioia dopo la morte dell’amico Casagemas.

Non cambiano solo i colori, ma anche i soggetti. Scompaiono gli emarginati del “periodo blu”: adesso a interessarlo sono le maschere della commedia dell’arte, frequenti nella pittura francese ottocentesca di Degas, Seurat, Cézanne e Toulouse-Lautrec. Vera e propria icona di questo nuovo sviluppo nell’arte di Picasso è Arlecchino, che simboleggia la sovversione dell’ordine costituito. Famiglia di acrobati con scimmia è un’opera che ben rappresenta il “periodo rosa”. Il soggetto deriva dal mondo del circo: una famiglia di acrobati con un bambino e una scimmia, colti nell’intimità di un camerino. La composizione del quadro è equilibrata e classicheggiante. Le pose dei personaggi sono armoniose, grazie a una sapiente equilibrio tra spazi pieni e vuoti, tra massa e colore. Le figure sono disposte secondo un andamento piramidale, che richiama lo schema compositivo delle Sacre Famiglie del Rinascimento italiano.

I saltimbanchi, come in tutta l’arte otto-novecentesca, alludono all’artista, con il quale hanno in comune il coraggio e la capacità di stare in bilico fra due mondi: quello libero dell’aria e quello greve della terra. Il misto di tecniche con cui è realizzato il quadro, gouache, acquerello, pastello e inchiostro, creano un’atmosfera raccolta e dai toni sfumati. Caratteristica che colpisce se la si confronta con i colori puri e violenti che Matisse e i fauves usano nelle loro opere proprio negli stessi anni. Guardando un’opera di impostazione così classica, nulla fa presentire che pochi anni dopo lo stesso Picasso darà vita alla rivoluzione cubista. Il dipinto è conservato in Svezia, al Konstmuseum di Göteborg.



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