Presentazione dei Personaggi
Wells: Il mio nome è Herbert George Wells e la storia che ho da raccontare, riguarda fatti che nessuno avrebbe creduto possibile prima di un drammatico venerdì di qualche anno fa, quando il cataclisma si abbatté su di noi. Questo è Ogilvy e lui è Henderson, giornalista di Londra, testimoni dei primi fatti che sto per raccontare.

L’arrivo dei Marziani e la vigilia della guerra
Wells: Alla fine del XIX secolo nessuno avrebbe creduto che le cose della terra fossero acutamente e attentamente osservate da intelligenze superiori a quelle degli uomini e tuttavia, come gli uomini, mortali. Una sera estiva del 1894, i telescopi registrarono una serie di esplosioni provenienti da Marte. Il giorno dopo, sulla strada incontrai l’astronomo Ogilvy che mi invitò per la serata all’osservatorio.
Wells: Anche quella notte si verificò un’eruzione di gas sul lontano pianeta. Io la vidi. Quella notte un altro proiettile invisibile lanciato da marte iniziava il suo viaggio verso di noi.
Wells: Centinaia di osservatori videro la fiammata quella notte, poi la notte seguente, verso mezzanotte, e ancora la notte dopo, e così per dieci notti, una fiammata ogni notte.
Wells: Poi venne la notte della prima stella cadente. La mattina seguente, il povero Ogilvy, il quale aveva visto la stella cadente, ed era persuaso che un meteorite giaceva da qualche parte, si alzò di furia con l’idea di trovarlo: e lo trovò, subito dopo l’alba, non lontano dalle cave di sabbia.
Wells: La cosa giaceva quasi completamente affondata nella sabbia.
Wells: Allora si accorse che, molto lentamente, la sommità circolare del cilindro stava ruotando.
Ogilvy: Santo Dio! Lì dentro c’è un uomo, ci sono degli uomini! Saranno quasi bruciati! Tentano di fuggire!
Ogilvy: Henderson, hai visto quella stella cadente, stanotte?
Henderson: Ebbene?
Ogilvy: E’ nella landa di Horsell, adesso.
Henderson: Buon Dio! Un meteorite! Bello.
Ogilvy: Ma è qualcosa di più di un meteorite. E’ un cilindro: un cilindro artificiale, figliolo! E dentro c’è qualcosa.

La comparsa dei Marziani
Wells: La stranezza di quell’oggetto mi fu evidente soltanto quando vi andai molto vicino. Somigliava, più che a qualsiasi altra cosa, a un gasometro arrugginito mezzo sepolto.
Ragazzino: si sta muovendo!
Wells: La sommità del cilindro si stava svitando dall’interno. Vidi qualcosa che si muoveva nell’ombra, poi due dischi luminosi che parevano occhi. Qualcosa che somigliava ad un serpentello grigio, si svolse dalla massa ondulante e si torse in aria verso di me, seguito da un altro.
Wells: Lentamente, una forma gibbosa uscì dal fosso, e da essa scaturì, tremolante, lo spettro di un raggio di luce. Immediatamente, dei getti di vera fiamma divamparono dal gruppo di uomini sparsi. Ognuno diventò una torcia.
L’inizio della battaglia
Wells: Mi ricordo del sabato come un giorno di attesa. Il lattaio venne come sempre e andai al cancello per chiedergli le ultime notizie. Mi disse che durante la notte le truppe avevano circondato i marziani, e che si aspettavano i cannoni.
Wells: la prima volta che vidi i marziani all’opera ero per strada, da solo e di notte, sulla mia carrozza.
Wells: Cosa vidi! Come descriverlo? Un tripode mostruoso, una macchina di scintillante metallo che avanzava.
Soldato: Dio mio!
Wells: Che cos’è successo?
Soldato: Che cosa non è successo, piuttosto! Ci hanno spazzati via…semplicemente spazzati via.
La terra sotto i marziani
Wells: D’improvviso udii un grido e vidi un lungo tentacolo che si stendeva sulla spalla della macchina, verso la piccola scatola che pendeva sul dorso. Poi qualcosa, che si divincolava, venne sollevato alto contro il cielo. Vidi che era un uomo.
Wells: Fu il terzo giorno, se la memoria non m’inganna, che vidi l’essere umano ucciso. Fu quella l’unica volta che vidi i marziani nutrirsi.
Wells: A quanto pare, il regno vegetale su marte, invece di avere come colore dominante il verde, è di un vivido rosso sangue. I semi che i marziani hanno portato con loro, dettero in tutti i casi una vegetazione rosso sangue. La gramigna rossa, crebbe con stupefacente vigore.
Wells: Sentii il primo indizio di una sensazione che in seguito divenne sempre più chiara dentro di me, la sensazione che non ero più un dominatore, ma un animale tra gli animali, sotto il tallone dei marziani.
Wells: E adesso viene l’episodio più strano della mia storia. Ricordo tutto quello che feci quel giorno fino al momento in cui mi fermai a piangere e a pregare Dio sulla cima di Primrose Hill. Poi ho dimenticato…
Wells: Dei tre giorni successivi non so niente. Ho appreso in seguito che non ero affatto il primo a scoprire la distruzione dei marziani.
Wells: Alla fine la gramigna rossa perì quasi con la stessa rapidità con cui si era diffusa. Una malattia cancerosa, dovuta, si ritiene, all’azione di certi batteri, la colpì d’un tratto.

Finale
Wells: Alcuni, dopo qualche anno dalla pubblicazione del libro che ho scritto nel 1897, hanno inserito il mio nome tra i pionieri del genere letterario fantascientifico. Nel 1939, un mio quasi omonimo statunitense, Orson Welles, ha riadattato la storia del libro per un suo programma radiofonico, spacciando il racconto per una notizia vera e scatenando il panico negli Stati Uniti.

Herbert George Wells
1866- 1946

Join OVO
* required fields

By proceeding with the registration I declare I have read and accepted the

Join OVO
OR
SIGN UP
  •   Forgot your password?
Reset your password