Medea è un personaggio della mitologia greca. Numerosi poeti, mitografi e drammaturghi hanno narrato la sua vicenda. La versione più celebre del mito di Medea è tramandata dalla tragedia di Euripide, risalente al V secolo a.C. Medea è figlia di Eete, re della Colchide, ed è una maga dotata di poteri straordinari. Nel regno in cui vive è custodito il Vello d’Oro, la pelle di un ariete dotato di virtù divine. Per volontà di suo padre, il re, il Vello è nascosto in un bosco sacro, protetto da un drago invincibile affinché nessuno possa impadronirsene.

Per conquistare il Vello d’Oro, sbarca nella Colchide il greco Giasone. È l’erede al trono del regno di Iolco, il quale però è usurpato da suo zio Pelia. In base a un accordo con Pelia, Giasone diventerà re di Iolco solo se porterà in patria il Vello d’Oro.
L’impresa sembra impossibile. Medea si innamora di Giasone e lo aiuta con i suoi poteri magici a conquistare il Vello, sottraendolo al regno del padre Eete. Così facendo, tradisce la sua famiglia e la sua patria per amore di Giasone, che la porta con sé a Iolco.
Giunti al cospetto di Pelia con il Vello, i due si aspettano di conquistare il trono, ma Pelia tradisce la promessa e li minaccia di morte. Per questo, Medea usa la sua astuzia e i suoi sortilegi per uccidere Pelia. Giasone può finalmente salire al trono di Iolco.
Medea lo sposa, e dalla loro unione nasceranno due figli. Ora, però, hanno un nuovo nemico. È Acaste, figlio di Pelia, che muove guerra contro di loro. Sconfitti, Giasone e Medea fuggono con i figli e si rifugiano a Corinto, alla corte del re Creonte. Per diversi anni vivono felici, fino a quando re Creonte offre in sposa a Giasone sua figlia, la principessa Glauce. Se Giasone la sposa, sarà re di Corinto. Spinto dall’ambizione, Giasone ripudia Medea per unirsi a Glauce. Medea trama allora la sua vendetta.

Fingendo di rassegnarsi alla sua sorte, offre un dono nuziale alla futura sposa: una veste e un diadema avvelenati che, una volta indossati, scateneranno fiamme mortali uccidendo Glauce e chiunque tenti di salvarla. Così, Glauce muore bruciata, e con lei il padre Creonte. Poi, per infliggere a Giasone il dolore più atroce, Medea uccide con le sue stesse mani i suoi figli. Portando con sé le loro salme, si allontana su un carro alato, mentre Giasone invoca la vendetta degli dei. Il mito di Medea ha valenze diverse a seconda delle fonti in cui compare. Nella versione di Euripide, è legato soprattutto alle passioni più accese: l’amore che si trasforma in odio, la brama di vendetta che induce persino all’infanticidio. Per questo motivo, nella psichiatria contemporanea, la tendenza di una madre a desiderare la morte dei propri figli è definita Complesso di Medea.
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