Mao Zedong è il fondatore della Repubblica Popolare Cinese. Rimane alla guida della Cina per 27 anni. Il suo popolo lo chiama il Grande Timoniere. Mao nasce il 26 dicembre 1893 a Shaoshan, un villaggio della Cina sud–orientale. All’inizio del Ventesimo Secolo, la Cina è un Paese arretrato. Non esiste l’industria: l’economia è ancora legata al lavoro nei campi. Mao appartiene a una famiglia di contadini ricchi, ma la maggior parte della popolazione vive nella miseria. A 25 anni Mao si trasferisce a Pechino, la capitale della Cina, dove scopre l’ideologia del comunismo. Nel 1921 nasce il Partito Comunista Cinese. Mao è tra i fondatori.

In questo periodo la Cina è governata dal Guomindang, un Partito repubblicano. Alla fine degli anni ’20, dopo una breve fase di collaborazione, tra il Kuomintang e il Partito Comunista sorgono gravi contrasti che portano a una guerra civile. I comunisti vengono sconfitti più volte e rischiano di essere annientati. Ma nel 1934 Mao prende il comando del Partito e, per sfuggire alle truppe nemiche, organizza una ritirata attraverso 10.000 chilometri di territorio cinese. E’ quella che verrà ricordata come la Lunga Marcia.

Nel 1937 le armate del Giappone invadono la Cina. Mao combatte gli invasori alla guida dell’esercito comunista: l’Armata Rossa Cinese. I giapponesi si ritirano nel 1945. Quattro anni dopo il Partito Comunista sale al potere. Mao viene eletto Presidente. La Cina cambia nome: diventa la Repubblica Popolare Cinese. Mao toglie le terre ai contadini ricchi e le distribuisce ai contadini poveri. Inoltre si impegna perché tutti i cinesi, che sono in larga parte analfabeti, imparino a leggere e a scrivere.

Non tutte le iniziative di Mao hanno successo. Alla fine degli anni ‘50 Mao promuove una riforma economica chiamata Grande Balzo in Avanti. La riforma introduce in Cina tecniche moderne per potenziare l’agricoltura. Inoltre cerca di accelerare lo sviluppo dell’industria: Mao sposta milioni di contadini dai campi alle fabbriche di acciaio. Ma i contadini cinesi non hanno l’esperienza necessaria per lavorare in fabbrica, mentre le nuove tecniche agricole si rivelano inefficaci. Il risultato è una grave carestia: i morti sono decine di milioni.

Molti membri del Partito Comunista cominciano a mettere in discussione la politica di Mao. Per mantenere il controllo del Paese, nel 1966 Mao inaugura la Rivoluzione Culturale. Con il pretesto di rinnovare i vertici del Partito, condanna i suoi avversari al carcere, o ai lavori forzati. Nei primi anni ’70 Mao inizia ad avvicinarsi ai Paesi occidentali. Favorisce l’ingresso della Cina nell’Organizzazione delle Nazioni Unite e, nel 1972, incontra il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.

Mao Zedong muore a Pechino il 9 settembre 1976, all’età di 82 anni. Malgrado le molte ombre della sua vicenda politica, Mao ancora oggi è considerato uno dei padri della Cina moderna.

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