Un fiume di gente in festa si riversa nelle strade di Berlino. È la sera del 9 novembre 1989: dopo 28 anni di separazione forzata, i tedeschi dell’Est e dell’Ovest possono finalmente stringersi la mano. Nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, le potenze vincitrici si incontrano a Yalta, in Ucraina, per stabilire quale sarà il futuro assetto politico dell’Europa. La Germania viene divisa in due. La parte occidentale viene ulteriormente spartita tra Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. La parte orientale cade sotto l’influenza dell’Unione Sovietica. La città di Berlino, nel cuore della Germania dell’Est, è a sua volta divisa: Berlino Ovest è un’isola capitalista all’interno di uno Stato comunista. Negli anni successivi molti berlinesi dell’Est, scontenti del regime comunista, fuggono a Berlino Ovest. Per arginare il flusso di profughi diretto verso Occidente, nel 1961 il governo della Germania orientale fa costruire un muro che separa le due metà della capitale tedesca.

Il Muro diventa il simbolo della Cortina di ferro, la linea netta che contrappone l’est filosovietico e l’Ovest filoamericano.
Dalla metà degli anni Ottanta soffia un vento nuovo sull’Europa orientale. In Unione Sovietica il presidente Gorbaciov inaugura la glasnost, una politica che favorisce la libertà di pensiero e di parola nei paesi del blocco comunista. È l’inizio di una rivoluzione epocale. Il dissenso diffuso all’interno dei regimi comunisti trova lo spazio per emergere con tutta la sua forza: nel 1989 in Polonia si afferma un partito democratico, mentre l’Ungheria apre il confine con l’Austria. È la prima falla nella Cortina di Ferro. Migliaia di tedeschi orientali, accolti dal governo ungherese, approfittano di quell’apertura per fuggire a Ovest. Honecker, presidente della Germania orientale, non riesce a impedire quella fuga di massa ed è costretto a dimettersi. Il suo successore, Egon Krenz, si trova davanti a colossali manifestazioni di piazza contro il regime: non può fare altro che concedere ai tedeschi dell’Est il diritto di spostarsi nella Germania dell’Ovest.

Il provvedimento entra in vigore il 9 novembre 1989. L’espatrio è inizialmente possibile soltanto per i possessori di un apposito visto, ma il numero esorbitante di persone che affollano i posti di blocco impedisce qualunque controllo accurato. La sera stessa, e per tutta la notte, una folla esultante attraversa il confine, si arrampica sul Muro, lo piccona. Le due metà di Berlino possono finalmente riabbracciarsi. È l’inizio della riunificazione tedesca, un processo che arriverà a compimento nel 1990. Il Muro viene abbattuto quasi completamente tra il 1990 e il 1991. Oggi ne rimangono solo pochi tratti, come cimeli di un’epoca passata. La caduta del Muro sancisce simbolicamente la fine del comunismo e l’inizio di un nuovo assetto europeo.
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