David Livingstone è una figura chiave nella storia delle esplorazioni dell’Africa. Livingstone nasce il 19 marzo 1813 a Blantyre, in Scozia. Fin da ragazzo sviluppa una passione per le scienze naturali. Al contempo, riceve un’educazione molto religiosa. Nel 1840 si laurea in Medicina ed è ordinato missionario. Un mese dopo parte per l’Africa, con lo scopo di diffondere la parola di Cristo fra gli indigeni. Nel 1841 arriva a Città del Capo, in Sudafrica. Negli anni successivi si spinge fino alla zona corrispondente all’attuale Botswana: una terra che in quest’epoca è pressoché inesplorata.

E’ un viaggio pieno di pericoli. Nel 1844 Livingstone viene attaccato da un leone, e riporta danni permanenti a un braccio. Ma più che per le ferite, Livingstone soffre per i suoi fallimenti come missionario: le popolazioni locali, infatti, si rifiutano di abbracciare il Cristianesimo. Livingstone capisce che non è possibile diffondere i valori cristiani, se prima non si migliorano le condizioni di vita dei popoli indigeni. A questo scopo, secondo lui, è necessario potenziare i contatti commerciali tra l’Africa e l’Europa. Da quel momento, l’obiettivo di Livingstone è trovare un fiume navigabile che colleghi l’entroterra africano alle coste.

Nel 1851 Livingstone è il primo uomo bianco a raggiungere la parte superiore del fiume Zambesi. Seguendo il corso del fiume si imbatte in imponenti cascate, che chiama Vittoria, in onore della regina d’Inghilterra. Nel 1856 Livingstone torna a Londra, dove riesce a ottenere i fondi necessari per una seconda spedizione sullo Zambesi. L’esito di questa spedizione è disastroso: quasi tutti i membri del gruppo muoiono di malaria o di altre malattie. Inoltre Livingstone scopre che il fiume Zambesi non è navigabile, a causa della grande quantità di rapide e di cascate. Malgrado il fallimento, Livingstone non si arrende. Nel 1864 torna nuovamente a Londra e riesce a organizzare una terza spedizione.

Stavolta l’obiettivo è trovare le sorgenti del fiume Nilo. Anche la nuova spedizione, tuttavia, non raggiunge il suo scopo. Di Livingstone si perdono completamente le tracce: nel 1869 un altro esploratore inglese, Henry Morton Stanley, viene inviato a cercarlo. Lo trova due anni dopo, sulle rive del lago Tanganica. Livingstone è devastato dalla malaria, ma è deciso a non tornare in Patria finché non avrà compiuto la sua missione. Non ci riuscirà mai: morirà a Chitambo, un villaggio dello Zambia, il 1 maggio 1873, all’età di 60 anni. Henry Morton Stanley porterà avanti la ricerca delle fonti del Nilo.

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