Politico e rivoluzionario russo, Lenin è uno dei maggiori artefici della rivoluzione bolscevica, il primo tentativo di mettere in pratica su larga scala gli ideali socialisti. Vladimir Ilich Uljanov, detto Lenin, nasce il 22 aprile 1870 nella città russa di Simbirsk. La Russia è governata da uno Zar con potere assoluto. L’economia, di tipo feudale, si regge sullo sfruttamento delle masse contadine. Nel 1887 il fratello di Lenin, Aleksandr, viene impiccato per un progetto di attentato contro lo zar. Lenin si avvicina alle teorie socialiste del filosofo Karl Marx. Nel 1898 è tra i fondatori del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, e in seguito è confinato tre anni in Siberia per attività antizariste. Qui scrive “Il Capitalismo in Russia”, in cui sostiene la necessità che un’avanguardia di rivoluzionari di professione faccia insorgere la classe operaia e la porti al potere.

Nel 1905 un’ondata di scioperi investe San Pietroburgo. Nascono i Soviet, i consigli dei lavoratori. I socialdemocratici si spaccano: Lenin e la sua corrente, che hanno la maggioranza e sono detti bolscevichi, sono per una rivoluzione che instauri immediatamente il socialismo e porti i Soviet al potere. I più moderati Menscevichi vogliono invece un passaggio ad un governo liberale che rappresenti borghesia e classi popolari. La rivolta è comunque soffocata nel sangue dallo Zar. Lenin fugge all’estero.

1917, 23 Febbraio. Mentre in Europa infuria la Prima Guerra Mondiale e l’economia russa è in ginocchio, una grande mobilitazione di popolo costringe lo Zar ad abdicare. Si instaura un governo provvisorio di ispirazione liberale. 3 Aprile. Lenin torna in Russia ed espone le “Tesi di Aprile”, in cui attacca il governo provvisorio e auspica l’immediata presa del potere da parte di operai e contadini, in aperto contrasto con i suoi rivali di partito, i menscevichi. 25 Ottobre. Inizia la rivoluzione: i bolscevichi di Lenin prendono possesso di San Pietroburgo e Mosca e conquistano il potere.

Le prime decisioni di Lenin sono: uscita dalla guerra e firma di un trattato di pace con la Germania, distribuzione di terre ai contadini, aumento del potere dei soviet nelle fabbriche, istituzione di organismi di controllo e repressione degli oppositori. I menscevichi si oppongono con forza a Lenin: i bolscevichi hanno la meglio solo dopo 4 anni di guerra civile e circa 10 milioni. Nasce l’Unione Sovietica: Lenin diventa un mito e una figura di riferimento per i partiti operai di tutto il mondo.

Ma il paese, dopo la guerra civile, è al collasso. Lenin avvia la NEP, la nuova politica economica, che reintroduce elementi di economia di mercato, sopratutto in campo agricolo. Lenin muore il 21 gennaio 1924 dopo una lunga malattia. Nel suo testamento politico avverte i compagni di partito della pericolosità di Stalin, che riuscirà comunque a succedergli al potere.



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