Buenos Aires, 24 marzo 1976. Jorge Rafael Videla prende il potere con un colpo di stato. In Argentina inizia la dittatura della Giunta militare Dopo il governo nazionalista di Juan Domingo Perón, dalla metà degli anni ’50 l’Argentina attraversa un lungo periodo di forte instabilità politica e frequenti colpi di stato. Perón torna alla Presidenza nell’ottobre 1973, ma muore dopo pochi mesi. Lascia l’incarico alla terza moglie, María Estela Isabel Martínez. Isabelita, come la chiamano gli argentini, trova un Paese instabile e in rivolta: gli scontri tra militanti di sinistra ed esercito sono sempre più frequenti, l’economia nazionale è allo sbando. Per mantenere l’ordine, Isabelita alimenta un clima di terrore, soprattutto attraverso le azioni della Tripla A, formazione paramilitare di estrema destra molto vicina al governo. Con il passare dei mesi, le difficoltà della presidenza si fanno evidenti, e i vertici dell’esercito acquistano sempre più potere. Il 24 marzo 1976 Isabelita è deposta da un golpe condotto dal generale Jorge Rafael Videla. È l’inizio della dittatura della Giunta Militare.

Il neo-presidente Videla e la Giunta attuano una politica repressiva, e intraprendono una sistematica persecuzione nei confronti dei presunti simpatizzanti di sinistra. In pochi anni circa 30.000 oppositori del regime vengono arrestati, torturati e fatti sparire senza lasciare tracce: sono i cosiddetti desaparecidos, vittime di quella che verrà chiamata la guerra sporca. In economia, Videla apre il mercato agli investitori stranieri, ma non riesce a rilanciare il Paese, schiacciato da una forte inflazione e da un debito in aumento. Nel marzo 1981, Videla è sostituito da un altro membro della Giunta militare, Roberto Viola, che poco dopo è costretto a cedere a sua volta il potere al generale Leopoldo Galtieri. È il dicembre 1981. Per ridare prestigio alla Giunta Militare, Galtieri sfida la Gran Bretagna per il possesso delle Isole Falkland, arcipelago situato al largo delle coste argentine ma sotto il controllo britannico. Il 2 aprile 1982, le truppe di Galtieri invadono le Falkland. Ma il successo è di breve durata: il 14 giugno l’esercito britannico riprende l’arcipelago. Il fallimento dell’operazione è un duro colpo per la Giunta militare. Galtieri si dimette, e il suo posto viene preso dal generale Bignone, che inizia a concedere maggiori libertà politiche e indice le elezioni. Il 30 ottobre 1983, Raúl Alfonsín è democraticamente eletto alla Presidenza: è la fine della dittatura. Negli anni successivi, molti esponenti della giunta militare vengono processati e condannati all’ergastolo per i crimini commessi durante la Guerra sporca. Videla, Viola, Galtieri e altri militari nel dicembre 1990 ottengono l’amnistia, che viene però revocata nel 2003 dal presidente dell’Argentina Néstor Kirchner.
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