La persistenza della memoria è un dipinto eseguito nel 1931 dall’artista catalano Salvador Dalí. Realizzato a olio su tela, misura 24 x 33 cm. Salvador Dalí è uno degli artisti più celebri del Novecento. Personaggio discusso per il suo carattere eccentrico, dipinge con precisione realistica scene visionarie, spesso inquietanti, che sembrano riprodurre incubi o allucinazioni. Interessato alle teorie di Sigmund Freud sulla psicoanalisi, Dalí attribuisce una grande importanza ai sogni e ai meccanismi dell’inconscio. Per questo, quando va a Parigi alla fine degli anni Venti, si avvicina al Surrealismo, il movimento d’avanguardia che esalta la sfera irrazionale. Dalí si impone sulla scena artistica parigina grazie alle sue opere visionarie, e alla sua collaborazione con il regista spagnolo Luis Buñuel, con il quale firma la sceneggiatura di due importanti pellicole: Un chien andalou e L’âge d’or. Nel 1931 dipinge La Persistenza della memoria, destinata a diventare una delle sue opere più note.

La scena è ambientata in riva al mare, sulla costa catalana. La spiaggia appare deserta. Non vi sono presenze umane riconoscibili, se si esclude la strana forma stesa a terra al centro dell’opera, che probabilmente riproduce il profilo dell’artista. I protagonisti di questo dipinto sono alcuni orologi molli, che sembrano fatti di materia fluida. Il primo orologio pende dal bordo di un volume squadrato appoggiato sul terreno in primo piano a sinistra. Il secondo è appeso a un ramo d’ulivo che sorge dal parallelepipedo. Il terzo è steso sul volto che giace a terra con l’occhio chiuso e le lunghe ciglia. Un quarto orologio, che diversamente dagli altri è chiuso e mantiene la sua forma tradizionale, è assalito da un gruppo di formiche brulicanti, insetti per i quali l’artista nutre una fobia che risale all’infanzia. Sullo sfondo della tela, si scorgono le scogliere della costa catalana, dove Dalí trascorre gran parte delle sue estati.

Il contrasto tra forme molli e forme dure è da sempre motivo d’interesse per Dalí. L’artista dichiara di aver realizzato il quadro dopo una cena a base di camembert. Assopitosi dopo cena, tra sonno e veglia ha concepito l’immagine degli orologi molli, suggerita alla sua mente dalla consistenza del formaggio che aveva appena mangiato. Così, ha inserito gli orologi molli nel paesaggio che stava dipingendo in quei giorni. Ma il dipinto si presta anche ad altre interpretazioni. L’immagine degli orologi che si sciolgono evoca una riflessione sul tempo. L’orologio, strumento che pretende di misurare il tempo in modo oggettivo, cede di fronte alla soggettività della percezione, e ai meccanismi incontrollabili della memoria. Anche per questo motivo, il dipinto è diventato un’icona del Novecento: secolo iniziato con scoperte come la relatività in fisica e l’inconscio in psicologia, che scardinano le certezze dell’Ottocento. La persistenza della memoria si trova al Museum of Modern Art di New York.

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