Tony Blair, uomo politico inglese, è Primo Ministro del governo britannico dal 1997 al 2007. Blair nasce a Edimburgo, in Scozia, il 6 maggio del 1953. Dopo la laurea in Legge a Oxford, intraprende la carriera di avvocato, e nel 1975 entra nel Partito Laburista. In questi anni conosce Cherie Booth, brillante avvocatessa di fede cattolica. Dal loro matrimonio nasceranno quattro figli. Nel 1983, a soli trent’anni, Blair viene eletto nel Parlamento britannico. I laburisti sono all’opposizione. Alla presidenza del governo siede la conservatrice Margaret Thatcher. Nel 1994, dopo la morte del segretario laburista John Smith, Blair assume la guida del partito. Il cambiamento di rotta inaugurato dal giovane leader è di notevole portata: abbandonati i vecchi ideali socialisti, il Partito conosce una svolta in senso liberale. Blair ribattezza il partito New Labour.

Nel 1997, Blair esce vincitore alle elezioni politiche inglesi, e pone fine a 18 anni di governo conservatore. Tony Blair, che ha 43 anni, è uno dei più giovani primi ministri inglesi di tutti i tempi. Appassionato di musica rock e discreto chitarrista, al 10 di Downing Street Blair riceve le visite di rockstar come Elton John, Blur e Oasis. Blair dà il via a un vasto programma di riforme, cercando di conciliare efficienza e maggiore equità sociale. Se da un lato continua l’opera di privatizzazione nel campo della scuola e della sanità iniziata dai precedenti governi conservatori, dall’altro aumenta sensibilmente la spesa in questi stessi settori, rendendone più capillari e accessibili i servizi. Introduce per la prima volta il Salario Minimo Nazionale, che tutela la fascia più debole dei lavoratori. Nel 1998, con la firma degli “Accordi del Venerdì Santo”, Blair contribuisce al processo di pace nell’Irlanda del Nord. Nel 1999, interviene militarmente in Kosovo a fianco della NATO, con lo scopo di far ritirare le truppe del presidente serbo Milošević dalla regione. L’anno successivo, in Africa, forze militari inglesi a capo di un contingente ONU, si frappongono fra le due principali fazioni della guerra civile in Sierra Leone.

Nel giugno del 2001, Tony Blair viene riconfermato alla presidenza del governo britannico con una larga maggioranza di voti. Nello stesso anno, gli attentati dell’11 settembre portano gli Stati Uniti ad avviare una serie di azioni militari contro presunte basi di terroristi islamici. Blair, forte sostenitore della politica interventista americana, invia truppe in Afghanistan nel 2001 e in Iraq nel 2003. Questa scelta suscita dure polemiche nel parlamento britannico e all’interno dell’opinione pubblica. Tuttavia, seppur con una maggioranza esigua, nel 2005, Blair vince le elezioni per la terza volta consecutiva. È il primo leader laburista a conseguire questo risultato. In questi anni cresce il suo impegno in materia ambientale e nel sostegno ai paesi in via di sviluppo. In seguito al calo di consenso determinato dalla cattiva gestione della guerra in Iraq, Blair decide di abbandonare la leadership del partito laburista. Nel giugno del 2007, a 54 anni, Blair si dimette dalla carica di Primo ministro e cede a Gordon Brown la guida del governo britannico. Attualmente, Tony Blair ricopre il ruolo di inviato per la pace in Medio Oriente e di consulente della banca d’affari JP Morgan Chase.

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