Boris Nikolaevic Eltsin è il primo presidente della Russia dopo il crollo dell’URSS. Guida il Paese dal 1991 al 1999. Boris Eltsin nasce il primo febbraio 1931 nel villaggio di Butka, nel sud della Russia. Si laurea in ingegneria edilizia a 24 anni. Nel 1961 s’iscrive al PCUS, il partito comunista sovietico, e negli anni ‘70 intraprende la carriera politica. Nel 1985 il Segretario Generale del Partito Comunista Sovietico, Mikhail Gorbaciov, lo promuove primo segretario della sezione di Mosca. In questi anni l’Unione Sovietica attraversa una grave crisi economica.

Per risanarne il bilancio Gorbaciov promuove una serie di riforme economiche note come perestroijka, in russo ristrutturazione. Ma Boris Eltsin critica la lentezza dei cambiamenti. Diventa il principale rivale di Gorbaciov: Eltsin vuole imprimere un ritmo più radicale al processo riformatore dell’economia sovietica e denuncia la corruzione del sistema. Nel 1988 viene estromesso dal Politburo, l’ufficio politico del partito. Ma Eltsin è già molto popolare e nel 1989, con voto plebiscitario, è eletto nel Congresso dei deputati del popolo, ovvero il nuovo Parlamento sovietico voluto da Gorbaciov per democratizzare il Paese. Intanto, la crisi economica non si arresta. Nel giugno del 1990, Eltsin si scontra nuovamente con Gorbaciov, divenuto nel frattempo Presidente dell’Unione Sovietica. Eltsin spinge per lo scioglimento dell'Urss. Ritiene che solo diventando indipendenti, e liberi di intrattenere scambi commerciali con l’Occidente, gli Stati dell’Unione possano uscire dal collasso finanziario. Nel giugno del 1991, grazie alle riforme che permettono la scelta diretta dei politici da parte degli elettori, Eltsin diventa Presidente della Repubblica Russa.

La vera consacrazione, però, avviene in agosto quando un gruppo di comunisti conservatori tenta il colpo di stato ai danni di Gorbaciov. È proprio Eltsin a guidare la resistenza e a contrapporsi ai carri armati che occupano le strade di Mosca. Rientrata la crisi, il partito comunista viene bandito. Il 25 dicembre 1991, dopo un drammatico faccia a faccia in Parlamento con Eltsin, Gorbaciov si dimette da presidente dell’URSS. Il giorno stesso l’Urss cessa formalmente di esistere. Eltsin diviene il leader della Federazione Russa che raccoglie 12 degli Stati che prima appartenevano all’Unione Sovietica. Ma il passaggio da un’economia comunista a un’economia di mercato si rivela doloroso. Eltsin non riesce a porre rimedio alla crisi economica che il Paese sta attraversando. I partiti dell’opposizione criticano aspramente il suo operato. Di fronte al rifiuto di conferirgli maggiori poteri, Eltsin decreta lo scioglimento del Parlamento nel settembre del ‘93. I deputati, riunitisi per protesta nella sede del Parlamento, vengono bombardati dall’esercito su ordine di Eltsin. Sono oltre un centinaio i morti. Nel luglio 1996 Eltsin viene rieletto presidente. Ma non gode più del favore popolare. La sua salute, inoltre, è compromessa dall’abuso di alcol. Si dimette 3 anni dopo. Il nuovo presidente eletto è un suo fedele: Vladimir Putin. Eltsin muore il 23 aprile 2007, a 76 anni, per complicazioni cardiache.





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