Max Weber è uno dei fondatori della sociologia moderna. Nasce il 21 aprile 1864 a Erfurt, nell’odierna Germania. Il padre è un importante politico liberale, la madre una devota calvinista. Avviato agli studi in legge, si interessa anche di filosofia, politica e storia. Dal 1894 insegna all’università di Friburgo, e due anni dopo è docente a Heidelberg. In questi anni si dedica allo studio della storia dell’economia tedesca. Ma Weber è ricordato principalmente per aver contribuito a rendere la sociologia una scienza autonoma, separata dalle scienze naturali. Weber si distacca dal Positivismo, che attraverso gli strumenti delle scienze empiriche pretende di indagare in modo oggettivo la realtà nel suo complesso, inclusa la società. Il Positivismo cerca di spiegare i rapporti tra gli individui, e i loro comportamenti sociali, facendoli rientrare in leggi di carattere generale.

Weber sostiene invece che la sociologia non può studiare i processi storico-sociali in generale, ma deve occuparsi di fenomeni circoscritti. Il mondo delle azioni umane è infatti caotico, complesso e frammentario e non può essere spiegato nella sua interezza. Sarà allora il sociologo, affidandosi al proprio discernimento, a decidere di concentrarsi su un fenomeno piuttosto che su un altro. Nell’agosto 1897 per Weber inizia un periodo difficile: dopo la morte del padre, viene colto da una serie di crisi nervose ed è costretto a lasciare l’insegnamento per diversi anni. Nel 1904 pubblica la sua opera più conosciuta, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo. Qui Weber utilizza il proprio metodo d’indagine sociologica e sceglie di concentrarsi su un aspetto specifico della società nordeuropea e statunitense: il contributo che la religione protestante, soprattutto nella sua versione calvinista, ha dato allo sviluppo del capitalismo.

Per il Calvinismo, la grande dedizione al lavoro è un aspetto fondamentale dell’essere credenti: il fedele può capire dal proprio successo professionale e dalla propria ricchezza se gode o meno della benevolenza divina. Questi due elementi del Calvinismo, etica del lavoro e legittimazione religiosa della ricchezza, sono per Weber tra le cause del grande sviluppo del capitalismo nei paesi protestanti. Per Weber quindi, fattori culturali come la religione possono giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo di una società. Ciò è in aperto contrasto con le teorie di Marx: in questi stessi anni, il filosofo socialista sostiene infatti che i fattori culturali sono subordinati alla struttura economica, vero motore della storia umana. Negli anni, Weber acquista crescente prestigio in Germania. Al termine della Prima guerra mondiale, è chiamato a partecipare alla stesura della nuova costituzione del Paese. Muore di polmonite il 14 giugno 1920 a Monaco, all’età di 56 anni.

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