Raffaello Sanzio è un pittore e architetto italiano. Nasce a Urbino il 6 aprile 1483. A otto anni perde la madre. Il padre è Giovanni Santi, un pittore affermato che si accorge presto delle doti naturali del figlio e diventa il suo primo maestro. A Urbino Raffaello studia i capolavori del pittore Piero della Francesca, che aveva lavorato nella città sul finire del ‘400. Quando a 11 anni perde anche il padre, Raffaello è già a bottega dal noto pittore chiamato Perugino. A 17 anni finisce l’apprendistato. Con il titolo di Maestro può ora esercitare come pittore. Le opere di questi anni sono influenzate dal Perugino.

Con Lo Sposalizio della Vergine, soggetto già dipinto dal Perugino, l’allievo supera il maestro. Raffaello non rivoluziona il linguaggio pittorico: fa suoi i risultati degli altri e li supera in naturalezza della composizione e controllo della prospettiva. Dal 1504 è a Firenze, la città vive un momento di grande vitalità creativa. Qui lavorano maestri come Leonardo e Michelangelo. Raffaello studia i loro lavori, ne assorbe il linguaggio pittorico e lo reinterpreta con una grande finezza di tocco. Lavora ad alcune variazioni sul tema della Vergine, soggetto che lo accompagnerà per tutta la vita.

Elabora un’estetica in cui naturalezza del gesto e bellezza idealizzata sono in perfetto equilibrio. La sua fama giunge a Roma, dove si trasferisce nel 1508. Viene introdotto alla corte pontificia dal famoso architetto Bramante. Diviene il pittore ufficiale di papa Giulio II e del suo successore Leone X. Nel 1508 inizia gli affreschi delle Stanze Vaticane. Nella biblioteca, detta anche Stanza della segnatura, dipinge la Scuola d’Atene, che raffigura i maggiori filosofi dell’antichità. Lo stile pittorico si fa grandioso e monumentale, l’architettura dipinta e quella reale si armonizzano perfettamente.

Accovacciato sulle scale, vicino a Aristotele e Platone, il filosofo Eraclito ha il volto di Michelangelo, un omaggio all’artista rivale che in questi stessi anni dipinge la Cappella Sistina. Nel 1514 muore Bramante, Raffaello lo sostituisce alla sovrintendenza per la costruzione della Basilica di S. Pietro. Nel 1519 inizia la sua ultima opera: La Trasfigurazione, apparizione di Gesù agli apostoli. L’esecuzione è faticosa, Raffaello è preda di una forte crisi emotiva. Muore, al culmine della gloria, il 6 aprile 1520 a Roma, nel giorno del suo trentasettesimo compleanno. LaTrasfigurazione, non ultimata, verrà posta al suo capezzale.

Viene sepolto nel Pantheon. Il suo epitaffio è scritto dal letterato Pietro Bembo: “Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di essere vinta, ma ora che è morto teme di morire” Oggi è considerato il più grande pittore del rinascimento per la perfezione formale e la grazia delle sue opere.



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