James Earl Carter Jr. è il trentanovesimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Nasce il primo ottobre 1924 a Plains, in Georgia. Diplomatosi all’Accademia Navale, trascorre sette anni in marina, per poi impegnarsi in politica a livello locale su questioni ecologiche e sociali. A 46 anni è governatore della Georgia nelle fila dei democratici. Nel 1976 è candidato alla presidenza degli Stati Uniti e sconfigge il presidente in carica Gerald Ford. Il 20 gennaio 1977 si insedia alla Casa Bianca.

È un periodo difficile per l’economia americana: Carter tenta di contenere l’aumento dei prezzi, ma non può nulla di fronte al crescente tasso di disoccupazione. Per allentare la dipendenza energetica degli USA nei confronti dei paesi mediorientali produttori di petrolio, Carter promuove l’uso di fonti di energia alternative, e come esempio fa installare pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Nelle relazioni internazionali, cerca di favorire la distensione: nel 1977 cede allo stato di Panama il possesso dell’omonimo canale, precedentemente in mano agli Stati Uniti che l’hanno costruito fra il 1907 e il 1914. L’anno successivo fa da mediatore per gli accordi di Camp David, che sanciscono la pace fra Egitto e Israele dopo decenni di scontri. Nel giugno 1979, USA e Unione Sovietica, le due superpotenze mondiali di questi anni, sottoscrivono un trattato per ridurre la produzione di armi nucleari. L’accordo non entra però in vigore: pochi mesi dopo, l’Unione Sovietica invade l’Afghanistan per difendere il regime socialista locale dall’attacco dei mujaheddin, i guerriglieri nazionalisti afgani.



La reazione statunitense è dura: Carter non ratifica l’accordo sulle armi nucleari e decide di non inviare atleti statunitensi alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Il 4 novembre 1979 52 cittadini statunitensi vengono sequestrati da rivoluzionari islamici iraniani presso l’ambasciata USA di Teheran. È una ritorsione per la scelta degli USA di accogliere l’ex sovrano iraniano Riza Pahlavi, deposto dalla rivoluzione islamica dell’anno precedente. Il 25 aprile 1980 otto marines muoiono nel tentativo di liberare gli ostaggi: Carter si assume la piena responsabilità del blitz fallito. Pochi mesi dopo, Carter viene sconfitto alle elezioni presidenziali dal repubblicano Ronald Reagan. Sull’esito del voto pesano i dati negativi dell’economia e la crisi degli ostaggi in Iran, che vengono rilasciati lo stesso giorno in cui Reagan si installa alla Casa Bianca. Dopo la fine del suo mandato, Carter compie importanti missioni diplomatiche. Attraverso il Carter Center, inoltre, promuove la difesa dei diritti umani, l’abolizione della pena di morte e lo sviluppo economico e sociale nei paesi più svantaggiati. Il suo impegno gli vale nel 2002 il premio Nobel per la Pace.

Join OVO
* required fields

By proceeding with the registration I declare I have read and accepted the

Join OVO
OR
SIGN UP
  •   Forgot your password?
Reset your password