Charles De Gaulle, generale e uomo politico, è presidente della Francia dal 1959 al 1969. Nasce a Lille il 22 novembre del 1890. Dopo gli studi all’accademia militare di Saint-Cyr, entra a far parte del 33° reggimento di fanteria dell’esercito. Partecipa alla Prima guerra mondiale, e rimane ferito. Promosso generale durante la Seconda guerra mondiale, diventa Sottosegretario di Stato alla Difesa Nazionale e alla Guerra nel governo Reynaud. Nel maggio del 1940 la Francia viene invasa dalle truppe tedesche: De Gaulle è uno dei pochi membri del governo che non vogliono arrendersi al nemico.

Prima che l’armistizio coi tedeschi venga firmato dal nuovo capo del governo Henri Philippe Pétain, De Gaulle fugge a Londra. Dai microfoni della radio BBC lancia un appello alla resistenza. Nel 1943 fonda il Comitato Francese di Liberazione Nazionale: l’obiettivo è contrastare l’occupazione tedesca della Francia. Nel giugno del ‘44 [1944] le truppe americane sbarcano in Francia e alla fine di agosto i tedeschi abbandonano Parigi: De Gaulle è capo del nuovo governo provvisorio. Ma i suoi atteggiamenti autoritari lo mettono presto in contrasto col parlamento, e nel ’46 rassegna le dimissioni.

Nel periodo successivo, la Francia è indebolita da una grave crisi economica e dai disordini che scuotono l’Algeria, colonia francese in Africa. Richiamato alla guida del paese, De Gaulle fa approvare con un referendum una nuova carta costituzionale, che rafforza il potere del capo dello stato: inizia la Quinta Repubblica. Poco dopo è eletto Presidente. Non è però in grado di fermare i movimenti di liberazione delle colonie, e nel 1962 concede all’Algeria l’indipendenza. Intenzionato a dare alla Francia una maggiore autonomia all’interno della NATO, alleanza militare dei paesi occidentali guidata dagli USA, favorisce la creazione di un arsenale francese di armi atomiche. Avvia anche accordi di cooperazione con l’Unione Sovietica.

Nel 1965 ottiene un secondo mandato, durante il quale riesce a ottenere il ritiro delle basi NATO dal territorio francese. Alla fine degli anni ’60 la Francia è sconvolta da una grande crisi politica. Sono gli anni della rivolta giovanile e degli scioperi dei lavoratori, indetti per protestare contro gli squilibri economici e sociali del Paese. De Gaulle riesce a fronteggiare la situazione, ma il suo potere appare in declino. Nel giugno del ‘68 vince le elezioni per la terza volta. L’anno seguente, tuttavia, il suo piano di riforme amministrative viene bocciato. Deluso dalla sconfitta, il 28 aprile del 1969, decide di dimettersi dall’incarico di presidente. Ritiratosi a vita privata, muore a Colombey-les-Deux-Églises il 9 novembre del 1970, a 79 anni. Il gollismo, ideologia di stampo autoritario e nazionalista ispirata alla politica De Gaulle, resterà sulla scena francese per molti anni.

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