Tito è il soprannome di Josip Broz, maresciallo dell’esercito e leader politico. Per 35 anni è l’uomo che governa la Jugoslavia. Tito nasce il 7 maggio 1892 a Kumrovec, in Croazia. Lascia presto la scuola, e lavora come apprendista fabbro. Nel 1915, durante la Prima guerra mondiale, viene inviato a combattere in Russia. Qui entra in contatto con i rivoluzionari comunisti chiamati bolscevichi. Alla fine del conflitto, nel 1918, si unisce al Partito Comunista Russo. 1920: Tito torna in patria. La Croazia, dopo la guerra, è diventata parte di una nazione più grande: una Federazione di Stati chiamata Jugoslavia. Tito aderisce Partito Comunista Jugoslavo, del quale diventerà leader nel 1937. E’ in questa fase che Tito si guadagna il suo celebre soprannome, probabilmente ispirato all’espressione croata Ti to, cioè “tu, questo”: la frase con la quale dà ordini ai compagni di Partito. Nel 1941, durante la Seconda guerra mondiale, le truppe della Germania e dell’Italia invadono la Jugoslavia. Tito, con la carica di maresciallo, guida la resistenza dei partigiani jugoslavi.

Nel 1945 gli invasori vengono sconfitti. Gli uomini di Tito attuano una serie di feroci ritorsioni contro gli italiani che vivono sul confine jugoslavo. Migliaia di cadaveri vengono gettati in fondo a grotte sotterranee dette foibe. Tito, eroe di guerra, viene nominato capo del nuovo governo jugoslavo. Organizza lo Stato in base al modello comunista. Malgrado ciò, nel 1948 rinnega il Partito Comunista Russo e comincia a seguire una linea politica indipendente. In Russia, per indicare il voltafaccia di Tito, viene coniato il termine titofascismo. Tito prende le distanze anche dagli Stati Uniti. Nel 1961 è tra i fondatori del movimento dei Non Allineati: un’alleanza di tutti quei Paesi, come l’India e l’Egitto, che rifiutano il dominio russo, ma anche quello statunitense. Negli anni seguenti si fa sempre più forte la volontà di autonomia dei vari Stati che compongono la Jugoslavia. Per impedire alla Federazione di sfaldarsi, Tito non esita ad esercitare il potere in modo autoritario. Proibisce i dibattiti politici, zittisce ogni opposizione, fa incarcerare i dissidenti. Dal 1963 assume il titolo di Presidente a vita. Tito muore il 4 maggio 1980, a quasi 88 anni, nella città jugoslava di Lubiana. Dopo un grandioso funerale di Stato, il corpo di Tito viene sepolto in un mausoleo nella Capitale della Jugoslavia, Belgrado. Senza la guida di Tito, l’unità della Federazione non dura a lungo. Negli anni ‘90, una sanguinosa guerra civile cancella la Jugoslavia dalle carte geografiche.

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